Toccata dall'incontro con i bambini
"meravigliosi", coinvolta da una figura iconica, in un
linguaggio di un'altra epoca in un travestimento fatto di
parrucche, abiti e corsetti. Ma non solo. Essere Maria
Montessori ha lasciato il segno a Jasmine Trinca. Non è stata
un'interpretazione semplice, l'ha costretta a immergersi,
trasformarsi nella docente marchigiana, "figura iconica" di un
altro tempo, in un progetto che ha avuto una gestazione lunga
sette anni sotto la regia di Lea Todorov. Ha dovuto assumere
un ruolo femminile "tra i più illuminanti, impegnativo ed
emozionante, per l'idea che la maternità non è esattamente
questo culto senza confini". Oltre a quello della pedagogista. A
Parigi ha fianco dei bambini "e all'inizio è stata emotivamente
dura". Poi tutto è diventato più normale e "i bambini ancora li
sento".
"Maria Montessori - La Novelle Famme" racconta l'aspetto "più
privato e molto toccante dell'insegnante, che riguarda l'inizio
del suo lavoro" spiega l'attrice ospite della Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, per presentare, in
anteprima nazionale, la pellicola che arriverà nelle sale dal 26
settembre prossimo. Per lei è stato un salto da qualche parte in
un altro mondo, in un racconto che aveva delle cose molto
attuali che continuano a raccontare di una condizione femminile
e non solo, di una condizione di emarginazione "che mi sembrava
molto bello poter restituire agli spettatori".
Nella sua carriera ha vinto due David di Donatello e quattro
Nastri d'argento ma interpretare Maria Montessori l'ha segnata.
"Ho lavorato con questi bambini e ragazzini con diversi tipi di
handicap. E' stato un lavoro emotivamente molto difficile, piano
piano la Montessori si è incarnata in me. Sono tornata alle mie
origini di attrice non professionista, sono tornata all'ascolto,
alle relazioni, nel senso che ho trovato davanti a me il vero
sguardo, il vero ascolto, riscoprirlo è stato un piacere,
lavorare con i bambini è imprevedibile".
L'amore come cura, ma anche come maternità senza confini: la
Montessori ha rinunciato alla maternità personale, spiega
l'attrice, ma la maternità può essere vissuta in varie forme,
anche come desiderio, come ispirazione, la maternità è anche
ispirazione di desiderio, maternità come volontà di creare un
mondo immaginario. La maternità non è solo cura, ma anche altro,
c'è un orizzonte diverso'. Il film ricostruisce l'intreccio
della vicenda dell'incontro di Maria Montessori e Lili d'Alengy.
Una famosa mondana parigina che nasconde un segreto del quale si
vergogna: una figlia disabile, Tina, che tiene nascosta per
proteggere la sua carriera nei salotti dell'alta società.
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