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Carolina Crescentini, il corto è una difficile arte

Carolina Crescentini, il corto è una difficile arte

Ad Andaras festival. A settembre al cinema, poi serie Netflix

ROMA, 21 luglio 2024, 16:03

di Giorgiana Cristalli

ANSACheck
Carolina Crescentini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carolina Crescentini - RIPRODUZIONE RISERVATA

   "È difficile raccontare una storia in 15 minuti. Vengo dal mondo dei cortometraggi. Ne ho girati anche prima di studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia e tuttora mi piace partecipare": Carolina Crescentini, ospite di Andaras Traveling Film Festival, è entusiasta dei film brevi visti durante le serate della rassegna ideata da Marco Corrias, con la direzione artistica di Joe Juanne Piras, organizzata tra Fluminimaggiore, Iglesias e Buggerru nella parte sud occidentale della Sardegna.

    Protagonista di uno degli incontri con il pubblico nell'ambito del Festival, come pure suo marito, il cantautore Francesco Motta, Crescentini parla di Andaras come di "una scoperta meravigliosa per la selezione di corti internazionali sul tema del viaggio", un percorso, da spettatrice e giurata, "attraverso territori e argomenti interessanti in un'atmosfera super rilassata, immersa nella natura meravigliosa di questa parte della Sardegna piena di poesia".

    Con venti anni di carriera alle spalle, Carolina è una delle attrici più amate dal pubblico e dalla critica. Dagli esordi con Notte prima degli esami oggi, diretta da Fausto Brizzi, e Parlami d'amore, con Silvio Muccino, ha avuto l'opportunità di lavorare con molti registi, da Giuliano Montaldo (I demoni di San Pietroburgo e L'industriale) a Ferzan Ozpetek (Mine vaganti e Allacciate le cinture). Il sogno è quello di girare un film per Paolo Sorrentino, ritenuto "di un'intelligenza suprema", o per Silvio Soldini "per come racconta le donne. 'Agata e la tempesta' mi rappresenta", dice. Trova divertentissimi e irresistibili Carlo Verone e Paolo Virzì. Dei ruoli interpretati fino ad oggi, l'attrice "cagna" di Boris è quello che rifarebbe a vita "perché è il più divertente".

    Popolarissima anche per la serie Mare fuori, il cui successo è andato oltre ogni più rosea aspettativa, Carolina Crescentini ha molto amato il suo personaggio della direttrice claudicante del carcere minorile perché l'ha messa di fronte al duplice impegno per la tematica affrontata e per il confronto con la disabilità.

    "Quando mi capitava di andare a cena da sola, i ragazzi venivano a raccontarmi storie piene di un'umanità complicata chiamandomi direttrice e identificandomi pienamente con il mio personaggio. È stato uno dei tanti ruoli da cui ho imparato molte cose. Credo che il carcere minorile possa riabilitare, per gli adulti è diverso, ci sono più problemi'', osserva Crescentini.

    "Un'insegnante mi ha scritto che i suoi studenti la chiamavano Punto e virgola e mi ha ringraziata per avere normalizzato la disabilità", aggiunge.

    Al cinema rivedremo l'attrice romana a settembre con la commedia 'Come far litigare mamma e papà', diretta da Gianluca Ansanelli, in cui è la moglie di Giampaolo Morelli Nel film il figlio vuole far separare i genitori perché tutti i suoi amici sono figli di separati e perché ritiene di avere vantaggi come la doppia paghetta e le doppie vacanze. Nel cast anche Nino Frassica, "un guru di riferimento specializzato in psicologia infantile" ed Elisabetta Canalis, "la mamma figa", racconta Crescentini che sarà anche nel cast della seconda stagione di 'Tutto chiede salvezza' diretta da Francesco Bruni per Netflix.

    Sempre in bilico tra comico e drammatico, Carolina non esclude di debuttare un giorno come regista sulla scia di Paola Cortellesi e di tante colleghe attrici. Il movimento Me too, racconta, ha portato più rispetto sul set. "Oggi c'è.la figura dell'intimacy coordinator, una figura presente ai provini. Vuoi un nudo integrale? Me lo devi saper chiedere. Il terrore legale - conclude l'attrice - ora ci sostiene". 

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