Tilda Swinton è un'attrice speciale, è soprattutto un'artista totale, camaleontica, mai fuori centro e senza confini di sorta (il suo Orlando da Virginia Woolf uscito nel 1992 con la regia di Sally Potter è l'esempio di una fluidità di genere diventata contemporanea molti anni dopo).
Pedro Almodovar l'ha scelta per il suo film più rischioso: per il tema divisivo, l'eutanasia e perché è il primo in inglese e fuori dalla Spagna per l'amato regista due volte premio Oscar.
E' La stanza accanto, Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia 2024, in sala con Warner dal 5 dicembre, pronto a fare la sua parte nelle nomination agli Oscar.
Adattato dal romanzo Attraverso la vita di Sigrid Nunez (Garzanti), è il racconto asciutto, profondo, commovente senza essere sentimentale di Martha, una corrispondente di guerra che decide di togliersi la vita dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro terminale. Martha fa una richiesta insolita a una vecchia amica che non vede da moltissimi anni, la scrittrice Ingrid (Julianne Moore), quando un giorno di passaggio a New York per il firmacopie del suo ultimo libro dopo aver saputo della malattia dell'amica va a trovarla in ospedale. La proposta di Martha è di prendersi un periodo, il tempo necessario, di stare insieme in una casa isolata fuori città, vicino ad un bosco, dove consumerà i suoi ultimi giorni. Faranno una sorta di vacanza insieme e il giorno che Martha deciderà di uscire dalla vita lascerà la porta della sua camera da letto aperta per farle capire che è finita.
A dispetto della sua immagine algida Swinton è tutt'altro e persino si commuove parlando di Martha e di quali corde profonde abbia saputo toccare in lei.
"E' stato un atto di grazia interpretare questo ruolo ma avverto una profondissima commozione. Mi sono resa conto durante le riprese di essere già stata Martha quando ho vissuto accanto a Derek Jarman la sua morte. Ero giovane all'epoca e come Ingrid totalmente terrorizzata dall'idea di come affrontare la morte, Derek mi ha insegnato ad essere consapevole ed è qualcosa che ha cambiato la mia vita" ha detto all'ANSA Tilda Swinton ricordando il regista inglese poliedrico, geniale, sperimentale, attivista queer scomparso a soli 52 anni per Aids giusto 30 anni fa. In quegli anni Swinton è stata a oltre 40 funerali di persone morte per Aids ed è stata traumatizzata dall'esperienza. "Derek ha dato forma alla mia Martha, dandomi la capacità di affrontare la morte e non guardare dall'altra parte ma in faccia".
Il tema dell'eutanasia è divisivo, solo la settimana scorsa a Londra sono scesi in piazza i fronti opposti mentre la Camera dei Comuni ha approvato una proposta sul suicidio assistito per alcuni adulti malati terminali. "Per me una morte dignitosa è qualcosa di importante da prendere in considerazione. Il film di Pedro mostra proprio quello: non la morte ma il morire, come morire, ci ho riflettuto spesso. Prima delle riprese ne abbiamo parlato ma rispetto al film il tema è stato relativo al tono che doveva avere: Pedro ha stabilito in modo estremamente chiaro che cosa voleva ossia assoluta chiarezza dell'argomento, assenza totale di sentimentalismo e un approccio pratico del personaggio rispetto a quello che stava vivendo. E io sono stata grata perché era proprio quello che avrei desiderato fare come attrice".
Nel film, che è una sorta di ping pong interpretativo tra Tilda Swinton e Julianne Moore, con un'ambientazione luminosa a contrastare la tristezza della vicenda, c'è una volta di più nel cinema di Almodovar l'elemento femminile che regna su tutto.
"lui - prosegue Swinton - è animato da questa grande curiosità per le donne. La stanza accanto è il cugino di Dolore y gloria con Antonio Banderas. Qui le due protagoniste non sono amanti, nè parenti e tra l'altro non si vedono da 30 anni ma una volta di più l'amicizia femminile è una forza nella vita, non si comprende mai abbastanza. Del resto quali altre cose ci sono nella vita a sostenerti, non sono certo i soldi la fama, il matrimonio. "Io trovo che ci siano tre grandi risorse che ti mantengono in vita: l'amicizia, l'arte e la natura e tutte e tre sono presenti in questo film e quando si accosta al precipizio della morte, Martha saggiamente le sceglie".
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