Il ragazzo con la passione per la chitarra, il giovane artista che firma il suo primo contratto discografico dopo un viaggio Napoli-Roma con la macchina prestata e guidata da un'amica perché lui non ha la patente, il leader della band che la sera del 19 settembre 1981 con un concerto memorabile infiamma piazza del Plebiscito accompagnato sul palco da Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Joe Amoruso e Rino Zurzolo. Queste e altre sono le immagini di Pino Daniele contenute nel documentario "Pino Daniele - Nero a metà" che a dieci anni dalla scomparsa dell'artista arriva nei cinema il 4, 5 e 6 gennaio firmato da Marco Spagnoli, che ne cura anche la regia, e Stefano Senardi, amico di lunga data e storico produttore del musicista.
Prodotto da Fidelio ed Eagle Pictures, "Pino Daniele - Nero a metà" ripercorre in particolare la prima parte della carriera di Pino Daniele quella degli album Terra mia (1977), cui fecero seguito Pino Daniele (1979) e Nero a metà (1980). Attraverso gli occhi di Senardi che conduce anche una serie di interviste ai musicisti, artisti e produttori che hanno collaborato con il musicista napoletano, il documentario grazie anche a tante immagini inedite offre uno sguardo approfondito e inedito sul legame tra Daniele e la scena musicale napoletana a partire dalla metà degli anni Settanta.
Senardi guida il pubblico attraverso una serie di incontri con alcuni dei più stretti collaboratori e amici di Pino Daniele che esordisce come chitarrista nella storica formazione napoletana Batracomiomachia, insieme a Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo, Enzo Avitabile ed Enzo Ciervo per poi diventare bassista di Napoli centrale, la formazione di James Senese, che fondò il gruppo con Franco Del Prete, insieme anche negli Showmen. "Io gli dissi non ho bisogno di un chitarrista ma di un bassista sì. Lui accetto' e così gli comprai un basso, che lui non aveva e non poteva permettersi, e rimase con noi per circa due anni" racconta Senese. Che anni dopo fu chiamato da Pino a far parte di quella all star band tutta partenopea che comprendeva anche De Piscopo e Tony Esposito e che lo accompagno' a piazza del Plebiscito a Napoli, in quel concerto memorabile dove accorsero oltre 200mila persone.
"I ragazzini si erano infilati anche sotto le tavole del palco - racconta sorridendo Esposito - a un certo punto le vedevo sollevarsi mentre la mia postazione scivolava indietro".
De Piscopo ricorda che "il concerto doveva essere tutto registrato ma poi la pressione della folla era tale che si scasso' tutto, e anche della macchina di Senese che aveva parcheggiato vicino al palco non rimase quasi nulla...". Il regista Marco Spagnoli crea una narrazione che mescola immagini di repertorio, tra cui quelle con Massimo Troisi, musica e testimonianze, da Teresa De Sio a Pietra Montecorvino, a Fausta Vetere della Nuova compagnia di Canto popolare, dando vita a un percorso che esplora la cultura napoletana e il suo legame indissolubile con Pino Daniele e rendendo Napoli un vero e proprio personaggio del documentario.
In "Pino Daniele - Nero a metà" le immagini di Napoli, delle sue case viste dall'alto, del suo mare e dei suoi vicoli si fondono con le melodie di Pino, che sono interpretate da lui nei filmati d'epoca, e anche da giovani talenti napoletani: Andrea Radice, Gabriele Esposito e Chiara Ianniciello.
Spiega Stefano Senardi: "Il film è un omaggio affettuoso all'uomo e al musicista Pino Daniele, al riscatto che ha rappresentato per il suo popolo e la sua città, e racconta anche la rivoluzione musicale straordinaria che ha operato attingendo dalla tradizione e affrancandola da ogni schema". Il produttore dice di aver avuto "la fortuna di lavorare da vicino con Pino Daniele e riconoscerlo anche come uomo generoso ed estremamente attento alla libertà e alla giustizia. Una fortuna per me che l'ho sempre considerato uno dei più grandi artisti del mondo e sicuramente uno dei miei preferiti".
Direttore della fotografia di "Pino Daniele - Nero a metà" è Gianluca Rocco Palma e il montaggio è affidato a Jacopo Reale.
Interamente girato a Napoli, il documentario ha la voce narrante e la consulenza musicale di Stefano Senardi.
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