Ci sono voluti ben 34 anni, la
tenacia della storica dell'arte Maria Antonietta Spadaro,
Vittorio Sgarbi e le celebrazioni del cinquecentesimo
anniversario di Raffaello per vedere finalmente rimontato allo
Spasimo l'altare ideato da Antonello Gagini a cornice dello
"Spasimo di Maria Vergine", commissionato a Raffaello dal
giureconsulto Girolamo Basilicò per l'omonima cappella nel
complesso degli Olivetani di Palermo. Da oggi pomeriggio,
infatti, è possibile visitare la cappella che ospita la tribuna
marmorea completa della riproduzione su tavola (ri
materializzazione in 3 D curata da Factum Art) dell'opera
dell'urbinate nell'ambito del festival RestART degli Amici dei
musei siciliani. Si tratta di un intervento che recupera a pieno
la valenza iconica del manufatto restituendoci un'immagine
perduta nel 1661, quando il quadro fu donato a Filippo IV a
Madrid, dove ancora oggi si trova al Museo del Prado. Si tratta
di una vicenda controversa perché il re in cambio promise una
pensione annua al Priore e ai monaci che non fu mai pagata.
Storia tormentata quella dello Spasimo. Abbandonato nel
1573 dagli Olivetani per la costruzione del bastione di difesa,
divenne magazzino del Senato, teatro (vi fu rappresentata fra
l'altro L'Aminta di Torquato Tasso), lazzaretto e poi ospizio
per vecchi soli e fu definitivamente abbandonato nei primi anni
'80 del '900. Quando i monaci furono costretti ad andarsene,
portarono con loro l'altare e il quadro, rimontandoli nella
Chiesa del Monastero extra moenia di Santo Spirito, quella dei
Vespri oggi nel Cimitero di Sant'Orsola. Dopo diverse vicende
l'altare venne collocato nella Chiesa del Collegio Massimo dei
Gesuiti, poi trasformata nell'androne della Biblioteca centrale
della Regione Siciliana. L'opera di Raffaello non c'era più, al
suo posto il Marabitti aveva realizzato l'Apoteosi di San Luigi,
che si trova a Casa Professa. Poi l'altare venne dimenticato
per essere ritrovato in tanti pezzi da Spadaro nel 1986 a Villa
San Cataldo, proprietà dei Gesuiti a Bagheria. Da allora la
storica dell'arte ne ha seguito le vicende senza mai arrendersi,
fino a oggi pomeriggio, quando un complesso e attento lavoro di
anastilosi curato dall'architetto Paolo Porretto del Comune di
Palermo ci hanno restituito l'elegante immagine originaria
dell'altare, nell'attesa che completo dello Spasimo di Sicilia
venga collocato nella Cappella Basilicò dello Spasimo in
procinto di essere restaurata. E speriamo che non passino altri
30 anni.
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