E' tornata al suo aspetto originario,
con un minuzioso restauro, anche una parte del chiostro
trecentesco della Chiesa di S. Margherita, a Treviso, nuova sede
espositiva del Museo Nazionale Collezione Salce, considerata per
i suoi 50 mila manifesti del 1800 e del 1900 una delle due
raccolte più importanti al mondo di grafica pubblicitaria. L'
inaugurazione del museo, prevista il 5 dicembre con l'apertura
della grande mostra dedicata a Renato Casaro, artista trevigiano
creatore dei manifesti per molti dei più importati film prodotti
ad Hollywood, è stata però rinviata a quando le norme anticovid
lo consentiranno.
La preziosa collezione costruita da Ferdinando Salce (Treviso
1877-1962) in una ricerca appassionata durata tutta la vita fu
donata nel 1962, l'anno della sua morte, allo Stato. Tra i
manifesti c'era anche il primo della raccolta, acquistato nel
1895 di straforo dall'attacchino comunale: lo aveva realizzato
Giovanni Maria Mataloni per la Società Anonima Incandescenza a
Gas brevetto Auer ed è considerato il primo cartellone italiano
paragonabile, per come era stato concepito e realizzato, ai
migliori esemplari europei. Al tesoro di 25 mila manifesti
lasciati da Salce da allora se ne sono aggiunti altrettanti
grazie a donazioni e acquisizioni che hanno consentito di
proseguire la cronologia.
Nella nuova sede, che ha un'area multimediale espositiva di
450 metri quadrati, la consultazione del materiale è possibile
grazie a una modalità robotizzata studiata appositamente e
'mutuata' dai sistemi dei grandi gestori mondiali del commercio.
Con più di dieci anni di lavoro (e sei milioni di euro concessi
in gran parte dal Mibact e dalla Regione) tutti i manifesti -
alcuni di reclame risalenti al Settecento - sono stati
classificati, fotografati e inseriti in un data base che possono
consultare tutti.
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