VENTOTENE - Un imponente spazio espositivo in mezzo al mare, tra memoria e futuro, una scuola di "alti pensieri", un luogo di produzione e attrazione culturale e turistica, un centro europeo di pratiche ambientali sostenibili: celebra i valori dell'Europa e il Mediterraneo come patrimonio vivente il Progetto Ventotene per il recupero del Carcere borbonico di Santo Stefano, il cui piano strategico è stato presentato questa mattina alla presenza di Silvia Costa, Commissaria Straordinaria del Governo.
Con lo stanziamento di 70 milioni di euro e un programma lungo e complesso che dal 2020 arriva fino al 2025, il Progetto rappresenta davvero un'imperdibile opportunità di sviluppo sostenibile e integrato, che inciderà radicalmente sulla vita delle due piccole isole del Tirreno, preziose riserve naturali tra Lazio e Campania: se Ventotene sarà principalmente il luogo di approdo (dove predisporre infrastrutture utili per la formazione e l'ospitalità) e punto di partenza e raccolta informazioni per la più piccola Santo Stefano, quest'ultima isola, ora in stato di degrado, subirà una radicale trasformazione. Un cambiamento che inizierà proprio dalla messa in sicurezza e riqualificazione del suo luogo "simbolo", l'ex Carcere, una costruzione potente e fragile al tempo stesso, dal fortissimo valore evocativo, che diventerà un museo e sarà pronta ad accogliere, secondo Silvia Costa, "la next generation di europei".
"Il carcere è stato luogo di detenzione di detenuti comuni ma anche di prigionieri politici, dissidenti e padri della Costituzione", ha proseguito la Commissaria, "e il prossimo anno, quando cadranno gli 80 anni dalla firma del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, legheremo quell'evento al recupero del Carcere che avrà una nuova vita". Il prossimo passo per la realizzazione di tutto il progetto sarà la gara d'appalto a gennaio, da 10 milioni di euro, per iniziare il recupero e la messa in sicurezza, poi a giugno ci sarà il concorso internazionale per selezionare il progetto di allestimento e musealizzazione di tutto il complesso del carcere.
L'idea è quella di creare non un luogo puramente celebrativo, ma un polo attivo di sperimentazione e ricerca, adatto a giovani, studiosi, artisti oltre che a semplici turisti. Un'esperienza culturale completa, quindi, il cui inizio si prevede a partire già dall'emozionante traversata in mare da Ventotene verso l'isola più piccola. Una volta giunti a Santo Stefano, dopo una salita suggestiva tra terra, cielo e mare, c'è l'arrivo al complesso del Carcere: secondo il progetto, si procede con la visita al museo (focalizzato sulla documentazione, tra biografie dei detenuti, fotografie, vita quotidiana, le origini e l'utopia) e del panottico, il cui restauro lascerà visibile la stratificazione del tempo e dove un artista internazionale proporrà un'installazione pensata proprio per inserirsi nel contesto doloroso delle celle di detenzione. Si prosegue con un'area dedicata alla storia di Ventotene e dell'Europa, fino ad arrivare alla parte dedicata al giardino, che sarà riqualificato nell'ottica di un nuovo rapporto tra natura e architettura capace di rispettare la biodiversità del Mediterraneo. A questo si aggiungono i luoghi destinati a residenze artistiche, ostelli per studenti, spazi per laboratori, servizi di ristorazione.
Quando il progetto andrà a regime (ma le prime attività dovrebbero iniziare già nel 2023) si prevedono circa 36000 visitatori annui, di cui oltre 10000 aggiuntivi (nel rispetto dei vincoli di accesso all'area marina e alla riserva il numero massimo di accessi all'isola è di 280 persone/giorno); grazie a questi numeri anche le opportunità occupazionali, legate soprattutto ai servizi aggiuntivi tra accoglienza, merchandising e ristorazione, subiranno un sensibile incremento.
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