Gli assessori alla Cultura di 12 tra le principali città italiane, tra cui Milano, Torino, Mantova, Firenze, Palermo e Bari, si appellano al premier Draghi "che nel suo discorso in Senato ha posto l'attenzione sulla necessità di far ripartire la cultura in Italia" perché si proceda al più presto a riaprire i musei anche nei week end e, gradualmente, tutti i luoghi della cultura.
Nel corso di un incontro in streaming gli assessori chiedono anche l'istituzione di un tavolo permanente presso il ministero e l'avvio di un 'protocollo condiviso' che garantisca le aperture "con un percorso programmato e certo".
Consapevoli da subito dei danni che la situazione pandemica avrebbe provocato nel sistema socio-culturale del Paese, gli assessori Luca Bergamo (Roma), Filippo Del Corno (Milano), Francesca Leon (Torino), Ines Pierucci (Bari), Paola Mar (Venezia), Tommaso Sacchi (Firenze), Paolo Marasca (Ancona), Matteo Lepore (Bologna), Paola Piroddi (Cagliari), Eleonora De Majo (Napoli), Barbara Grosso (Genova), Mario Zito (Palermo), riuniti in un coordinamento, hanno interloquito nei mesi scorsi sia con il Ministero sia con ANCI, ottenendo risultati concreti soprattutto per quel che concerne le garanzie riservate ai lavoratori della cultura.
"La cultura è un diritto inalienabile e l'assenza di dimensione culturale nel nostro Paese praticamente da un anno, a parte una breve parentesi estiva, sta rischiando di diventare cronica, per questo chiediamo al nuovo governo di attivarsi al più presto", ha sottolineato l'assessore alla Cultura di Milano, Filippo del Corno. "Lo sviluppo del comparto culturale in Italia passa per il 90% dai Comuni - hanno aggiunto Francesca Leon e Tommaso Sacchi, assessori di Torino e Firenze - e a noi è toccato, in questo anno così difficile, cercare di incontrare ed aiutare, dove possibile, tutti i lavoratori di questo settore, anche quelli intermittenti detti 'invisibili', non raggiunti dai ristori fino ad oggi". Ines Pierucci, assessore comunale di Bari, ha auspicato una "legge quadro nazionale" e Del Corno che le riaperture di musei, teatri, cinema, auditorium e tutti i siti culturali "siano sottratte al cambiamento dei colori delle diverse regione e zone, ovvero che siano irreversibili, in modo da poter fare vere programmazioni culturali, al netto, ovviamente, di nuovi quadri di grade gravità sanitaria emergenziale"
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