"Venezia è fatta di luce più che
di pietre" dice Luca Massimo Barbero, e Tomaso Buzzi,
architetto, come i grandi artisti dal '600-'700 lagunare, da
Tiepolo a Canaletto e Guardi, su su fino al '900 con le
pennellate di De Pisis, questa essenza della città sull'acqua ha
saputo affidarla a centinaia di disegni schizzati con penne,
acquarelli, matite, china e carboncino su fogli volanti o
taccuini. Una novantina di questi lavori, ora fatti dal vero ora
a memoria, sempre portatori di una visione propria dell'autore,
sono presentati nella mostra alla Biblioteca del Longhena, alla
Fondazione Cini, a Venezia (20 maggio-1 agosto).
"Venezia è tutta d'oro. Tomaso Buzzi: disegni 'fantastici'
1948-1976", è il titolo dell'esposizione curata da Valerio
Terraroli, che riunisce disegni ed acquarelli provenienti dalla
collezione Pieri di Milano e dalle raccolte dell'Istituto di
Storia dell'Arte della Cini. Suddivise in sezioni, senza un
ordine cronologico ma su base tematica, le opere di Buzzi
offrono uno spaccato quanto mai personale di Venezia, dove la
dimensione architettonica non è mai elemento dominante, ma
lascia spazi a squarci - vere e proprie istantanee delle città
su cui spesso annotava pensieri o propositi per opere future poi
rimaste nel solo pensiero - ora apparentemente quotidiani - le
feste, i matrimoni, i concerti, piazza San Marco, la Basilica
della Salute - ora immagini fantastiche, come gli angeli o
l'edificio della Salute appoggiato tra i fogli dell'architetto.
Il tutto, a creare "una mappa mnemonica" capace di offrire
all'osservatore - è stato sottolineato - "i diversi rivolti in
cui si espande il pensiero di Tomaso Buzzi, definito a suo tempo
'il più colto degli architetti'". A Venezia, tra l'altro, Buzzi
(1900-1981), ha lavorato in più occasioni, sia alla Vetreria
Venini (1932-34) sia a Palazzo Cini, dove creò una stanza ovale
in stile rococò e l'aggiunta della scala a chiocciola. Nelle sua
poliedrica attività, ha poi realizzato progetti in varie parti
d'Italia e del mondo e dato vita a Montegabbione, vicino a
Terni, a un laboratorio teso alla realizzazione di una propria
città ideale.
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