E' durata otto anni la campagna di
restauri nella sagrestia nuova delle Cappelle Medicee di
Firenze, uno dei siti del gruppo Musei del Bargello. I lavori,
presentati oggi, erano iniziati nel 2013 con il restauro delle
pareti e si sono conclusi a fine 2020 con la pulitura delle
sculture delle tombe di Giuliano Duca di Nemours e di Lorenzo
Duca d'Urbino.
Per la prima volta su dei capolavori di Michelangelo è stata
sperimentata, grazie alla collaborazione dell'Enea, una tecnica
di biopulitura che usa dei batteri per rimuovere le macchie dal
marmo. I parati marmorei così come le sculture erano coperte da
depositi ed erano in più punti macchiate da residui di sostanze
utilizzate in passato per proteggere le sculture durante
l'esecuzione dei calchi. Dagli esami preliminari è emerso che il
sarcofago di Lorenzo duca di Urbino era alterato da macchie di
colore scuro, identificate dalle analisi eseguite dal Cnr come
ossalati e materiali organici e ricondotte a liquidi organici da
ricondursi alla sepoltura di Alessandro de' Medici che,
assassinato, fu sepolto senza essere eviscerato. Per
l'eliminazione di queste macchie sono stati individuati alcuni
ceppi batterici in grado di rimuovere selettivamente i depositi,
senza influenzare il marmo.
"Il progetto di restauro conservativo e di manutenzione che
negli ultimi cinque anni e in fasi successive ha visto il
coinvolgimento di diverse professionalità e di istituti di
eccellenza della ricerca e innovazione scientifica italiana -
commenta Paola D'Agostino, direttore dei Musei del Bargello -
permette ora di ammirare i capolavori fiorentini di
Michelangelo, con una nuova consapevolezza della fase
delicatissima di scelta e lavorazione dei marmi". Il restauro è
realizzato da un team tutto al femminile sotto la guida di
Monica Bietti, funzionaria storica dell'arte e già responsabile
del museo delle Cappelle Medicee.
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