Non c'e' pace per la statua di
Teddy Roosevelt sfrattata dal Museo di Storia Naturale e dalla
citta' di New York per l'atteggiamento coloniale con cui e'
ritratto il 26esimo presidente degli Stati Uniti: un nutrito
gruppo di oltre 140 artisti e studiosi ha obiettato al
trasferimento del monumento sul campus di una nuova Biblioteca
Presidenziale che dovrebbe sorgere su terre confiscate ai Nativi
del North Dakota.
L'appello firmato, tra gli altri, da Alicia Grullon, Hans
Haacke, Walid Raad, Michael Rakowitz e Dread Scotto implora la
citta' di fondere, riciclare e eliminare la statua la cui
composizione implica gerarchie razziali con l'ex presidente
vestito da condottiero a cavallo e ai suoi piedi un nativo e un
afro-americano a torso nudo. Il trasferimento in North Dakota
"e' un errore", scrivono artisti e storici dell'arte, che "ha il
solo effetto di amplificare i mali che emergono dal messaggio
razzista della statua". New York non deve "scaricare la sua
spazzatura culturale su altre comunita'", afferma la petizione,
che chiede al comune di respingere il trasferimento.
La statua equestre era stata rimossa dal piedistallo fuori
dal museo di Storia Naturale il 18 gennaio, quasi due mesi dopo
la decisione del museo di rimuoverla dal suo ingresso su Central
Park in vista del trasferimento, annunciato lo scorso novembre,
nella futura Theodore Roosevelt Presidential Library, che
dovrebbe aprire nel 2026 a Medora, in North Dakota. La Library
sara' costruita vicino al ranch di Roosevelt e il Theodore
Roosevelt National Park. Vaste aree del parco sorgono su terre
confiscate ai popoli indigeni Mandan, Hidatsa e Arikara (MHA) a
partire dalla meta' dell'Ottocento.
L'annuncio aveva scatenato l'ira dei leader tribali che non
erano stati consultati preventivamente: "La nostra nazione sara'
scoraggiata e potenzialmente offesa se il monumento troverà;
posto nei pressi delle terre dei nostri antenati", aveva
protestato Mark Fox, presidente della MHA Nation, definendo la
decisione "ignorante e inappropriata".
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