"Il 23 febbraio scorso ero nel mio
letto, a casa. Il 24 mi sono svegliato e per me, per il mio
Paese, era cambiato tutto". Gli occhi azzurri, la sigaretta in
mano, a raccontare all'ANSA è Andriy Sahaydakovskyy, il più
importante artista ucraino vivente che attraverso installazioni
multimediali rappresenta la quotidianità dell'assurdo. Da fine
settembre è anche uno dei quattro artisti ospiti nel borgo
aquilano di Fontecchio per il programma di residenze che il
Maxxi dedica a talenti provenienti dal Paese martoriato dalla
guerra di Putin. Un semestre, fino a marzo 2023, per creare,
studiare o anche solo allontanarsi dall'orrore. Con
Sahaydakovskyy, ci sono anche Lucy Ivanova, una delle pittrici
più interessanti della sua generazione e appassionata di
naturalismo; Petro Ryaska, che cura uno dei più bei programmi di
residenza in Ucraina Sorry, No Rooms Available a Uzhorod; e
Olena Turyanska, sperimentatrice della carta, che attraverso il
disegno e l'intaglio ricerca l'armonia e la simmetria del reale.
Realizzato con il sostegno del ministero della Cultura e con la
collaborazione del comune di Fontecchio e della fondazione Imago
Mundi (già partner del Maxxi per la mostra Ukraine. Short
Stories. Contemporary artists from Ukraine), il programma ospita
artisti individuati tra una rosa di nomi proposti da Solomia
Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev
e da Maria Lanko che, insieme a Borys Filonenko e Lizaveta
German, ha curato il Padiglione dell'Ucraina alla Biennale di
Venezia. "Attraverso l'arte vogliamo continuare a sostenere la
resistenza, l'identità e la cultura del popolo ucraino",
sottolinea la presidente della fondazione Maxxi Giovanna
Melandri, annunciando anche "il reading Piantare un fiore nella
terra bruciata, il prossimo 24 novembre, con le poete ucraine
Natalia Beltchenko, Iya Kiva, Oksana Stomina e Elina
Sventsytska".
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