Il Comune di Caserta, non ancora
uscito dal dissesto finanziario dichiarato nel 2018, non ce la
fa a gestire e valorizzare da solo il complesso borbonico del
Belvedere di San Leucio, patrimonio Unesco insieme a Reggia e
Acquedotto Carolino, e così decide di affidare gli enormi
giardini del sito ai privati.
Emerge dall'avviso pubblicato da qualche giorno sull'albo
pretorio del Comune e firmato dal dirigente del Comune di
Caserta Luigi Vitelli, che ha avviato la manifestazione di
interesse per individuare tre operatori coi quali "dialogare"
per affidare la gestione dei giardini del Belvedere di San
Leucio. Si tratta di un'area di circa 19.000 mq di verde con
giardini a terrazza, che, si legge nell'atto, "fanno parte del
percorso di visita e dove i turisti possono ammirare il
ripristino dei frutteti come voluti da Re Ferdinando".
All'interno trovano spazio un uliveto costituito da 90 piante;
un aranceto con 50 piante; un limoneto con 70 piante; 20 diverse
da piante da frutto".
L'idea è di affidare per 3 anni la gestione e la manutenzione
del verde attrezzato con le piante da frutto. I giardini
attualmente, sottolinea la determina, versano "in pessime
condizioni vegetative e di conseguenza produttive, in special
modo le piante da frutto dimostrano condizioni di estrema
sofferenza, né tanto sono state disposte operazioni colturali
recenti fatte al terreno". Ed il Comune intende rivolgersi ai
privati "stante i cronici problemi di bilancio ed al fine di
preservare tutto quello di positivo realizzato fino ad ora".
L'aggiudicatario, si legge nell'avviso, "provvederà con un
progetto di valorizzazione e promozione del complesso
monumentale a commercializzare con marchio del sito Unesco il
prodotto finito attraverso uno spazio appositamente dedicato nel
complesso monumentale e con una serie di iniziative quali
convegni, meeting e degustazioni tese a far conoscere il
prodotto realizzato valorizzando così il complesso monumentale,
sito Unesco, famoso non solo per la produzione della seta, ma
anche le produzioni agricole esistenti"; "dovrà inoltre versare
una percentuale di frutti (almeno il 10%), derivanti dalla
raccolta, ad associazioni indicate dall'amministrazione
comunale".
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