Perugia lo ha perso da più di due
secoli dopo il passaggio delle truppe di Napoleone. Sarà dunque
una emozione carica di significati il ritorno a casa anche se
per poco tempo dello Sposalizio della Vergine, il capolavoro che
il Perugino dipinse tra il 1501 e il 1504 quando era al massimo
fulgore. Quell' olio su tavola prezioso sarà il gioiello finale
della mostra pensata dalla Galleria Nazionale dell'Umbria per il
quinto centenario della morte di uno dei giganti del
Rinascimento. ''Il meglio maestro d'Italia. Perugino e il suo
tempo'', curata dal direttore Marco Pierini e da Veruska
Picchiarelli, apre l'anno di celebrazioni dedicate all' artista
raccontandone dal 4 marzo all' 11 giugno 2023 il periodo d' oro
attraverso una settantina di opere concesse da musei prestigiosi
italiani e stranieri.
La grande pala d' altare venne confiscata in base alle
spoliazioni delle opere d' arte sancite dal Trattato di
Tolentino e portata via da Perugia nel 1797. Tre anni dopo venne
smistata a Caen, in Normandia, come altri capolavori considerati
minori spediti nelle province perchè fossero di ispirazione per
i giovani artisti locali.
Da allora è sempre rimasta nella città fondata da Guglielmo il
Conquistatore. Si salvò dai bombardamenti seguiti allo sbarco
che martellarono gli edifici e distrussero 500 opere d' arte
custodite nel museo comunale perchè dal 1939 era stata messa al
sicuro nel castello di Baillou. L' Italia ha potuto riaverla
solo due volte, l' ultima nel 2016 a Milano per metterla a
confronto con la rielaborazione della stessa scena realizzata da
Raffaello, il miglior allievo del Perugino.
''E' certamente l'opera più importante che abbiamo, emblematica
per la storia della nostra istituzione e della città'', dice
Emmanuelle Delapierre, direttrice del Musée del Beaux-Arts, dove
è custodita dal 1970. Il dipinto troneggia in una piccola sala
circondata da altri esempi pregevoli coevi dell' arte italiana,
senza riferimenti alla sua storia travagliata. Non sarà, però,
un prestito a senso unico. Per alleggerire la perdita temporanea
di questo pezzo da novanta la Galleria Nazionale dell' Umbria
concederà nello stesso periodo la sua Pietà di Piero di Cosimo.
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