Il dipinto del Canaletto in mostra
ai Musei Civici di Padova, di proprietà delle Gallerie
dell'Accademia di Venezia (museo statale) sarà ritirato dalla
mostra. Lo ha deciso il sottosegretario alla Cultura Vittorio
Sgarbi. "Nessuna polemica - spiega Sgarbi - ma un fatto: in
cielo e in terra ci sono falsi dipinti di Francesco Guardi in
una mostra di un Ente pubblico, non in una galleria privata. E
questo danneggia anche il Comune di Padova, che dovrebbe
chiederne conto, invece di compiacersene. Insieme al capolavoro
sono esposti dei falsi. Lo Stato non può consentire una cosa del
genere".
Il caso Canaletto alla mostra degli Eremitani a Padova -
chiarisce Sgarbi - nasce da una "impeccabile e coraggiosa
recensione della più importante studiosa di Canaletto e Bellotto
riconosciuta nel mondo, Anna Bozena Kowalcic". "Tutte le buone
intenzioni di curatori e amministratori padovani, come l'amico
Colasio - l'assessore alla cultura Andrea Colasio ndr. -, non
possono contrapporsi a un parere così autorevole, non con la
prova dei fatti: la valutazione dei dipinti attribuiti a Guardi,
per una una potenziale vendita, da parte di esperti di case
d'asta internazionali, e un test sui pigmenti per accertarne
l'epoca di esecuzione che io non ritengo anteriore alla fine
'800 o, più verosimilmente, ai primi '900"- Psr Sarbi
l'autografia e l'autenticità di alcune opere esposte a Padova è
il tema del contendere, anche nel rispetto del pubblico.
"Dopo avere ricevuto una lettera di chiarimenti da parte del
direttore dell'Accademia di Venezia, che non aveva verificato il
progetto e i contenuti della mostra - conclude - ho convenuto
di far ritirare il capolavoro i primi giorni di agosto, evitando
uno scontro tra istituzioni e turbamenti all'amico assessore
Colasio, e confermando gli accordi intercorsi sui limiti
temporali del prestito e la restituzione anticipata del
dipinto".
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