Luigi Vanvitelli (1700-1773)
superstar: architetto green, ingegnere, scenografo, fine
musicologo, ma anche uomo combattivo e fattivo, che non si
faceva scoraggiare dalle critiche dei colleghi e dai feroci
attacchi del suo ambiente, e nonostante le numerose commesse
organizzava personalmente i suoi cantieri. E' il quadro del
grande artista settecentesco tracciato per l'ANSA dal direttore
della Reggia di Caserta Tiziana Maffei, che oggi alla Mole
Vanvitelliana di Ancona apre la prima delle tre giornate (fino
al 9 settembre) del convegno di studio "Luigi Vanvitelli, il
maestro e la sua eredità", con la partecipazione di studiosi da
tutto il mondo, del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e
del sottosegretario Vittorio Sgarbi. Il convegno è organizzato
dalla Reggia di Caserta con la Regione Marche e il Comune di
Ancona nell'ambito delle iniziative per i 250 anni dalla morte
di Vanvitelli.
"Figura rigorosa non assimilabile ad una corrente artistica
ben definita - dice Maffei -, Vanvitelli fu attento al paesaggio
e alla sostenibilità in chiave produttiva ed ecologica dei suoi
progetti come quello della Reggia di Caserta". Un palazzo con
una superficie complessiva di oltre 130mila mq e un parco di 123
ettari, più 76 di bosco. Per realizzarlo con i suoi giardini, le
sue cascate e le sue fontane, Vanvitelli costruì l' acquedotto
Carolino che captava acqua a 38 km di distanza.
Maffei ne ricorda le origini di 'figlio d'arte' (il padre era
il grande pittore vedutista olandese Gaspar van Wittel) e gli
inizi: "le scenografie del Teatro della Pace e del Capranica di
Roma, gli affreschi e la pala d'altare delle reliquie di Santa
Cecilia a Trastevere". Cultore della musica, inserì nello
scalone della Reggia uno spazio per i suonatori. Laboriosissimo
e di buon carattere nonostante la celebrità, fu anche a volte
osteggiato dai contemporanei. "Ci lascia la preziosa eredità di
un'artista - conclude Maffei - per il quale ogni progetto è un
unicum di architettura, pittura e decorazione, basato sui
concetti vitruviani sempre attuali della firmitas (solidità),
utilitas (funzione), venustas (bellezza)".
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