Rimane solo una porta, sopra cui
si involta un arco, impreziosito da una cornice marmorea, ornata
da bassorilievi con animali e piante in stile bizantino, forse
predati dai Veneziani proprio a Bisanzio, nel sacco del 1204.
Siamo in contrada San Giovanni Grisostomo, nell'antica corte
Sabionera , ex deposito di sabbie per costruzione, ribattezzata
'Corte Seconda del Milion', perché qui sorgevano le case e i
depositi merci della famiglia Polo, i mercanti zii di Messer
Marco Polo, passato alla storia per le memorie dei suoi viaggi
in Oriente raccolte nel libro "Il Milione". DEl viaggitore
veneziano si celebra quest'anno il settecentesimo anniversario
della morte. L'intera area fu devastata da un terribile incendio
nel 1597, e delle antiche case dei Polo rimasero solo pochi
ruderi, spianati nel 1678 per far posto a quello che ora è il
teatro Malibran. Tuttavia, dalle ricerche dello storico Giuseppe
Tassini, risulta he quel portale medievale sopravvissuto era
proprio l'ingresso della domus dei Polo. "E' un vero e proprio
scempio, questi sono i brutti graffiti che ignoti writers hanno
tracciato nel sotoportego della casa di Marco Polo", denuncia
l'attore e regista veneziano Alessandro Bressanello, che abita
in un appartamento di corte del Milion Discosta dai principali
itinerari, scarsamente illuminata, la corte è terra di nessuno.
I sotoportego, oltre ai segni in vernice sull'intonaco e sulle
antiche colonne di sostegno - che hanno risparmiato le
decorazioni marmoree - è spesso anche insudiciato, ed emana
odore di latrina. Uno spettacolo di degrado e abbandono di un
angolo della antica Venezia. "Spero - dice Bressanello - che per
le celebrazioni del settecentenario della morte di Marco Polo
qualcuno pensi a ripulire. Al momento solo l'associazione
Masegni e Ninzioleti ha promesso di intervenire a marzo"
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