Le domus de janas iniziano
ufficialmente il loro percorso per essere riconosciute
patrimonio mondiale. Il consiglio direttivo della commissione
nazionale italiana per l'Unesco ha infatti deliberato oggi la
presentazione della candidatura del sito "Arte e architettura
nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas" per
l'iscrizione nella lista del patrimonio mondiale. Ne ha dato
notizia il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al termine
della riunione, dicendosi lieto per la decisione e sottolineando
che i 26 siti candidati "custodiscono una testimonianza
storico-culturale di eccezionale valore universale che ben
illustra la ricchezza del patrimonio sardo".
La candidatura, promossa dall'Associazione centro studi
identità e memoria - Sardegna e sostenuta dalla Regione
Sardegna, dalla rete dei Comuni delle Domus de janas e dai 37
Comuni coinvolti nel progetto, è stata coordinata dal Servizio
Unesco del Segretariato generale con l'assistenza degli uffici
territoriali competenti del ministero della Cultura.
Il sito seriale, formato da 26 componenti, identifica
un'epoca particolarmente importante per la storia dell'isola al
centro del Mediterraneo, compresa tra il V e il III millennio
a.C. Le componenti individuate si riferiscono ai monumenti più
rappresentativi di questo periodo storico, che va dal Neolitico
medio all'Età del rame, e riferibili ai due grandi fenomeni
dell'ipogeismo e del megalitismo. Entrambi assumono in Sardegna
aspetti e connotazioni peculiari, che testimoniano gli scambi
con il mondo esterno, ma allo stesso tempo le originali
rielaborazioni locali.
Attraverso elementi legati alle funzioni civili, funerarie,
culturali e religiose, è possibile ricostruire la vita
quotidiana delle comunità che abitarono la Sardegna in
quell'epoca. Particolarmente note sono le cosiddette domus de
janas, le case delle fate, strutture funerarie spesso riccamente
decorate, che sono nei secoli diventate parte comune e
identitaria dell'immaginario dell'Isola. La candidatura sarà
sottoposta all'esame degli organismi consultivi del Comitato del
Patrimonio Mondiale e poi, nel 2025, alla valutazione del
Comitato della Convenzione del 1972.
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