(di Antonella Brianda)
Uno si trova in corso Garibaldi
ad Arzachena, nel cuore della Costa Smeralda, l'altro a New
York. Distanti migliaia di chilometri, La Scatola del Tempo di
Mario Sotgiu e il Mmuseum dei fratelli Benny e Josh Safdie con
il regista Alex Kalman, sono due musei uniti da una strana,
quanto poetica, caratteristica in comune: lo spazio piccolissimo
in cui sono ospitati e la particolarità degli oggetti che vi si
trovano esposti.
Se il primo, racchiuso in un edificio storico datato '800 nel
centro di Arzachena, è 'grande' 24 metri quadri, il secondo a
New York, è allestito nel vano ascensore di una vecchia fabbrica
di indumenti di Broadway, tra Chinatown e Tribeca: spazio
espositivo di soli sei metri quadrati. Sono riconosciuti
rispettivamente come il museo più piccolo d'Italia e il più
piccolo al mondo di arte contemporanea. Entrambi hanno il tempo
e il suo trascorrere incessante al centro di tutti gli oggetti,
le carte e le storie che custodiscono, lasciando le loro porte,
o meglio, la loro unica porta, aperta tutto l'anno ai curiosi
che vi si affacciano.
La prima regola del Mmuseum di New York è far riflettere
attraverso gli oggetti che contiene, in un racconto che da essi
scaturisce, legato alla società contemporanea. Si tratta di una
sorta di capsula del tempo concentrata in una cabina di
ascensore. Ci si può ammirare, tra le tante cose, la scarpa che
il giornalista Muntadhar al-Zaidi nel 2008 scagliò contro il
presidente George W. Bush durante il suo discorso a Baghdad, o
la moneta coniata dall'Isis come sfida al sistema capitalistico.
E il tempo è il tema chiave anche del museo più piccolo
d'Italia, La Scatola del Tempo appunto: uno scrigno in cui il
suo ideatore, Mario Sotgiu, 59 anni di Arzachena, titolare di
uno studio di grafica pubblicitaria e stampa, ha racchiuso
decine e decine di carte topografiche antiche che raccontano la
storia di questo angolo di Sardegna, oltre ad oggetti di vita
quotidiana degli stazzi della Gallura. "La mia idea è copiata -
confessa all'ANSA con candore Mario Sotgiu - Da ragazzo ho
trascorso alcune estati a Londra e qui ho avuto l'onore di
lavorare e poi diventare amico di David Wilson, l'allora
curatore del British Museum che un giorno mi mostrò il suo
segreto: una stanza in cui aveva raccolto negli anni centinaia
di carte e documenti antici. La chiamava 'My space', il suo
spazio". Con il fascino di questo luogo misterioso e nascosto e
con un sogno, Mario nell'estate del 2014 è riuscito a dare vita
alla Scatola del Tempo, iscritta anche all'Associazione
nazionale dei Piccoli Musei, inaugurando la prima mostra di
carte topografiche della Gallura.
Oggi il futuro del museo più piccolo d'Italia è a rischio: da
qualche settimana infatti sul suo portone è affisso il cartello
Vendesi. E forse questo luogo prezioso si trasformerà, in breve
tempo, in una attività commerciale. A raccontarlo, con tristezza
ma allo stesso tempo grande riconoscenza nei confronti dei
proprietari dello stabile che per un decennio lo ha ospitato, è
lo stesso Mario Sotgiu. Molti gli intellettuali dell'Isola,
dall'antropologo Bachiso Bandinu allo scrittore e poeta Bernardo
De Muro, che in questi giorni si stanno mobilitando per cercare
di evitarne la chiusura.
Perfino il mondo universitario ha voluto 'studiare',
attraverso alcune tesi di laurea, questo originale modello di
spazio narrativo della storia territoriale e non solo. Non è
dato sapere quale sarà il futuro di questa antica casetta di
fine '800. Quello che è certo è il suo passato: "In una parola
meraviglioso", scandisce il suo ideatore con orgoglio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA