(di Angelo Cerulo)
Carte da gioco del Cinquecento (25
delle 48 carte delle cosiddette carte a Dragoni), quelle rare
del "Re" pre-1826, di cui sono noti solo 5 mazzi da gioco al
mondo, e ancora quelle da
Riversino, un gioco d'azzardo molto in voga fra Settecento e
Ottocento, e le rarissime carte di contrabbando, il tutto
corredato da documentazione archivistica in un ricco percorso di
visita, con più di 50 mazzi di carte storiche in vetrina. È la
mostra 'La carta ci fa gioco-Carte da gioco a Napoli dal XVI al
XX secolo' che prende il via all'Archivio di Stato del capoluogo
campano sabato 25 maggio. Evento inaugurale, a partire dalle
9:30, sarà l'incontro nazionale dell'IPCS - International Play
Card Society - associazione che iscrive i grandi collezionisti
di carte da gioco antiche e moderne.
Tante storie, fra i faldoni conservati all'Archivio di
Stato-Ministero della Cultura, riguardano le carte da gioco. "Un
mondo suggestivo, dalle lunghe radici nei secoli, che ha mille
sfaccettature - sottolinea la direttrice dell'Archivio di Stato,
Candida Carrino - artistiche, di vicende giudiziarie, culturali
e persino magiche. D'altronde, dove, se non nella Casa delle
Storie, poteva concentrarsi una tale messe di testimonianze?".
"Noi custodiamo carte e quelle da gioco custodiscono una
tradizione culturale, iconografica e ci raccontano una socialità
che oggi è mediata dai mezzi elettronici i quali hanno come
impianto di base proprio le carte da gioco" aggiunge. Spesso il
passaggio di proprietà immobiliari da una famiglia all'altra
avveniva attraverso il gioco mentre il debito d'onore induceva
qualche volta al suicidio, "fatti testimoniati nella
documentazione dell'Archivio senza dimenticare che i mazzi di
carte accompagnavano le lunghe traversate degli emigranti,
testimonianza di un legame anche con la terra di origine"
evidenzia Carrino.
La mostra (resterà aperta fino al 31 agosto) è allestita nel
Chiostro del Platano e condurrà i visitatori alla scoperta di
una realtà che raccoglie molti collezionisti appassionati, tanto
da dar vita, su base internazionale, all'associazione di
esperti, l'Ipcs. Alcuni aderenti all'Associazione hanno
acconsentito a esporre mazzi rari, se non addirittura unici, per
condividere quelle che sono testimonianze storiche e sociali, in
virtù delle loro decorazioni, spesso vere e proprie opere
d'arte.
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