E' stata presentata a Roma la mostra
'Il Tesoro di Terrasanta al Museo Marino Marini', in programma
dal 12 settembre all'8 gennaio 2025 nel museo di Firenze.
L'esposizione, a cura di Leyla Bezzi e di Jacques
Charles-Gaffiot, è un viaggio attraverso secoli di fede e
mecenatismo, che riunisce 109 opere d'arte sacra - tele,
gioielli, ornamenti e paramenti, codici e baldacchini -
commissionate dalle più importanti corti cattoliche europee e
donate a Gerusalemme, tra cui l'altare del Calvario del Santo
Sepolcro, donato nel 1588 da Ferdinando I de' Medici. Il
prezioso altare, opera di Domenico Portigiani, Giambologna e
Pietro Francavilla, rappresenta uno dei manufatti di maggior
valore artistico e spirituale che adornano la navata latina del
Santo Sepolcro e che dopo quasi 5 secoli, per la prima volta, ha
lasciato Gerusalemme per tornare in Italia, per essere
restaurata ed esposta. "Ospitare a Firenze i tesori di uno dei
luoghi simbolo delle tre confessioni religiose rappresenta un
motivo di orgoglio per il nostro museo - commenta Carlo
Ferdinando Carnacini, presidente della Fondazione Marini San
Pancrazio - Più che una mostra è un grande evento, grazie alla
presenza di tesori inestimabili e dell'altare, l'opera più sacra
della Cristianità". "Questa mostra conferma l'importanza del
dialogo tra culture e popoli diversi - commenta Federico
Mollicone, presidente Commissione Cultura alla Camera dei
Deputati - e darà il via a future sinergie tra il museo e il
ministero". "La scelta di portare la mostra al museo di Firenze
- spiega la curatrice Leyla Bezzi - è dettata dalla presenza
della Cappella Rucellai, capolavoro di Leon Battista Alberti,
ispirato al Sepolcro della Terra Santa, l'unica cappella
consacrata all'interno di un museo d'arte moderna". "La
collezione - prosegue la curatrice - è anche un viaggio tra i
capolavori donati dai reali, tesori provenienti da prestigiosi
musei italiani". "L'altare è il luogo dove i francescani
svolgono messe ed è l'11esima stazione della via Crucis -
racconta fra' Stéphane Milovitchofm, presidente del Santo
Sepolcro di Gerusalemme e direttore dell'Ufficio Beni Culturali
della Custodia di Terra Santa - E' un'opera che racchiude la
tecnica degli artigiani fiorentini e quella degli artigiani
arabi, che si fondono armoniosamente. È un'immagine di quello
che vuole essere anche il Terra Sancta Museum".
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