La Camparìa di Favignana, la più
importante delle Tonnare dell'impero commerciale dei Florio e
cuore nevralgico della mattanza, la millenaria pesca del tonno
rosso del mediterraneo, si rinnova riaprendo al pubblico con una
monumentale sede museale ed espositiva: "Camparìa, Museo dei
Magazzini della Tonnara Florio".
La serata di apertura, venerdì 5 luglio, è all'insegna della
commistione tra generi e linguaggi artistici, coinvolgendo
l'autore e attore Gaspare Balsamo, tra i più noti "cuntisti"
siciliani e il sound artist Alessandro Librio. Nella serata
sarà proiettato il documentario La Camparìa, di Simona Bua, che
racconta la storia del luogo. Nello spazio "Camparia" fino all'8
settembre sarà inoltre in mostra "Iconic women - Multimedia
Experience" personale di Domenico Pellegrino.
Dopo quasi vent'anni di abbandono dall'ultima mattanza del
2007 e dopo uno scrupoloso lavoro di restauro, questa fucina
creativa, unica nel suo rapporto uomo-mare, simbolo del lavoro,
della fatica, del sostentamento di intere generazioni (da qui il
nome "camparìa", nel senso che "dava da campare" alle famiglie)
viene restituita e raccontata a cittadini e visitatori. È
proprio qui, nei Magazzini della Camparìa, che la tonnara,
quell'antichissimo e complesso sistema di reti per la
tradizionale pesca del tonno rosso di corsa, veniva progettata e
realizzata nei mesi invernali; è in questi immensi spazi che la
stessa tonnara, con i suoi chilometri di reti e tutto l'apparato
di boe, cime e ancore, veniva calata a terra prima ancora di
essere calata in mare, per arrivare poi alla fase conclusiva, in
cui i tonni venivano catturati, la mattanza.
La struttura ciclopica della Camparìa, costituita da una
grande sala a tre navate e dalle antiche strutture di
rimessaggio (Trizzane), è un'espressione di archeologia
industriale di fine '800, con archi a sesto acuto in pietra
arenaria e una superficie coperta complessiva di 2500 mq e
scoperta di 3500 mq. Oltre alle tradizionali imbarcazioni
utilizzate per la mattanza (vasceddi, bastarde, muciara i
raisi), alle enormi ancore, a un vastissimo repertorio di
oggetti di lavoro creati in questi luoghi da generazioni di
lavoratori e recuperati all'abbandono dall'artista Enzo Rinaldi,
oltre alle reti fatte a mano, alle carte e ai documenti storici
di particolare interesse antropologico, sarà visibile anche la
Lancia di Donna Franca Florio, raro esempio di architettura
navale, costruita dai mastri d'ascia inglesi intorno alla fine
del XIX secolo, sullo stesso disegno delle antiche baleniere e,
utilizzata da donna Franca e dai suoi ospiti illustri per le
escursioni nelle splendide acque cristalline dell'isola di
Favignana.
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