(di Claudio Scarinzi)
"Con la mia arte ho cercato di
spiegare a me stesso la vita e il suo significato, ma anche di
aiutare gli altri a comprendere la propria vita", diceva il
grande pittore norvegese Edvard Munch. Da domani al 26 gennaio
prossimo Milano gli rende omaggio - a Palazzo Reale - come
merita uno dei più grandi artisti del Novecento, con un percorso
di 100 opere eccezionalmente prestate dal Munch Museum di Oslo.
L'ampia retrospettiva racconta il suo intero percorso umano e
artistico.
Tra le tantissime opere esposte una delle versioni
litografiche del famosissimo e iconico L'Urlo (1895), La morte
di Marat (1907), Notte stellata (1922-1924), Le ragazze sul
ponte (1927), Malinconia (1900-1901) e Danza sulla spiaggia
(1904). L'esposizione - intitolata 'MUNCH. Il grido interiore' e
presentata oggi - è organizzata dopo 40 anni dall'ultima mostra
nel capoluogo lombardo ed è promossa dal Comune con il
patrocinio del Ministero della Cultura e della Reale Ambasciata
di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia in
collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo.
Protagonista indiscusso nella storia dell'arte moderna, Munch
(1863-1944) è stato uno dei principali artisti simbolisti del
XIX secolo ed è considerato un precursore dell'Espressionismo,
oltre a essere un maestro nell'interpretare le ansie e le
aspirazioni più profonde dell'animo umano. La sua vita è stata
segnata da grandi e precoci dolori. La perdita prematura della
madre a soli 5 anni e della sorella, la morte del padre e la
tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen sono stati il
materiale emotivo primigenio - è stato sottolineato - sul quale
l'artista ha cominciato a tessere la sua poetica, la quale si è
poi combinata in maniera originalissima, grazie al suo
straordinario talento, con la sua passione per le energie
sprigionate dalla natura. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi
stralunati, l'uso potente del colore, la necessità di comunicare
dolori indicibili e umanissime angosce sono riusciti a
trasformare i suoi dipinti in messaggi universali.
La rassegna è curata da Patricia G. Berman, una delle più
grandi studiose al mondo di Munch e per arricchirla è previsto
un ampio palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà
culturali della città e che andrà ad approfondire la figura
dell'artista e ad espandere i temi delle sue opere. La mostra
ruota - è stato più volte spiegato - attorno al 'grido
interiore' di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi
di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario per
condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo
creativo che sintetizza ciò che l'artista ha osservato, quello
che ricorda e quanto ha caricato di emozioni. Nel corso della
sua lunga vita Edvard Munch realizzò migliaia di stampe e
dipinti. L'esigenza di comunicare le proprie percezioni, il
proprio 'grido interiore, lo accompagnò per tutta la vita.
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