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Fino al 29 la mostra su Felice Carena, Sgarbi: 'formidabile'

Fino al 29 la mostra su Felice Carena, Sgarbi: 'formidabile'

Alle Gallerie d'Italia di Milano ultimi giorni dell'esposizione

MILANO, 18 settembre 2024, 11:11

Redazione ANSA

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È "una mostra formidabile" quella che le Gallerie d'Italia di piazza Scala a Milano hanno dedicato a Felice Carena, pittore che è stato fra i più famosi nella prima metà del Novecento per poi essere dimenticato.
    "Formidabile" l'ha definita Vittorio Sgarbi dopo aver visitato l'esposizione, aperta fino al 29 settembre, che mira a far conoscere e riscoprire il talento non omologato di questo artista.
    Anzi, secondo Sgarbi, la mostra - che ripercorre la sua carriera con oltre cento opere, dal Ritratto di signorina del 1901 alle nature morte del 1964 - è "una vera resurrezione per un artista centrale e non dogmatico, senza essere fuori del suo tempo", capace di una ricerca che spazia dal simbolismo all'espressionismo, in una continua ricerca di dialogo con la tradizione classica e rinascimentale Quello di Felice Carena è un viaggio partito da Torino, dove nacque nel 1879 (le ricerche per la mostra hanno accertato che è nato in città e non a Cumiana come si riteneva), passato per Roma dove si trasferì nel 1906 grazie a una borsa di studio e dove divenne uno dei protagonisti della secessione romana che fece conoscere movimenti come il pre raffaellismo (in mostra la sua Ofelia), il post impressionismo, e il simbolismo. Carena arrivò poi a Firenze dove nel 1924 divenne insegnante e poi direttore dell'Accademia di Belle Arti fino al 1944. Un viaggio che concluse a Venezia, dove visse fino alla morte nel 1966 continuando la sua ricerca artistica attraverso stili diversi che ha assorbito rimanendo sempre se stesso, per riuscire a rendere la luce interna agli oggetti, e mostrare l'umanità, anche e soprattutto quella dolente.
    "Il senso della sua arte è in una autentica religiosità, che forse è uno dei motivi per cui è stato dimenticato, una religiosità che si traduce in amore per gli altri", secondo Elena Pontiggia, che ha curato l'esposizione con Luca Massimo Barbero, Virginia Baradel e Luigi Cavallo.
   

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