Il Cenacolo vinciano entra a far parte di Brera: lo prevede l'atto di modifica del decreto ministeriale sull'organizzazione dei musei inviato agli organi di controllo che 'affida' alla Pinacoteca la Biblioteca Braidense, Palazzo Citterio e anche il Cenacolo. "Nella mia prospettiva della Grande Brera - ha detto il direttore di Brera Angelo Crespi — e in considerazione di una rinnovata alleanza tra Pinacoteca e Accademia, riportare il Cenacolo nel suo alveo storico non può che aumentare la forza di un progetto che avrà importanti riflessi positivi sia sul sistema museale lombardo sia su quello nazionale'.
La novità dell'affidamento a Brera del Cenacolo Vinciano - che finora era il cuore del polo museale lombardo di cui fanno parte fra gli altri la Certosa di Pavia e le Grotte di Catullo Sirmione - è inserita nelle modifiche al decreto ministeriale inviata agli organi di controllo il 25 settembre. Un allegato elenca gli 'istituti e luoghi della cultura e altri immobili e/o complessi assegnati ai musei e ai parchi archeologici e agli altri istituti e luoghi della cultura dotati di autonomia speciale", che prevede la riorganizzazione dei 14 Uffici di livello dirigenziale generale, cioè dei musei dotati di autonomia". E prevede, nel caso di Brera l'arrivo del Cenacolo vinciano.
Si tratta di una scelta che ha a dir poco sorpreso i sindacati preoccupati da un lato dal "depotenziamento" degli altri siti del polo museale lombardo e dall'altra della carenza di personale (su cui hanno già indetto uno sciopero dei lavoratori di Brera per il 7 dicembre, quando sarà inaugurato Palazzo Citterio, l'ala dedicata all'arte del Novecento della Pinacoteca).
"Sono molto felice di questa assegnazione che innanzitutto deve essere un'assunzione di responsabilità nei confronti di un sito patrimonio dell'umanità sotto l'egida dell'Unesco e di un'opera, come "L'ultima cena", tra le più importanti del mondo e conosciute della storia dell'arte", ha sottolineato Crespi in un comunicato in cui ha sottolineato il legame fra Brera e il Cenacolo. Una unione, ha osservato, era già stata pensata dal primo direttore generale della Pinacoteca Giuseppe Bossi, poi sancita con un decreto reale nel 1882, quando la Pinacoteca venne disgiunta dall'accademia e messa nella stessa gestione con il Cenacolo e l'Arco della Pace. Il Cenacolo è diventato museo affidato allo Stato grazie a Ettore Modigliani, direttore di Brera dal 1908 al 1937; il restauro del Dopoguerra è stato voluto da Fernanda Wittgens, anche lei direttrice di Brera dal 1940 al 1957; l'ultimo restauro è stato voluto da Carlo Bertelli e concluso da Pietro Petraroia e Pietro Marani, sempre di Brera; a fine anni Novanta, quando si cominciava a ragionare sulle autonomie dei musei, l'allora Sovrintendente Bruno Contardi avrebbe voluto che Brera e Cenacolo rappresentassero insieme il polo museale milanese. Di certo l'affidamento del Cenacolo a Brera crea un polo importante: lo scorso anno L'ultima cena è stata visitata da circa 500mila persone con un incasso di 5 milioni 600 mila euro, al diciassettesimo posto nella classifica dei musei statali, seguita al diciottesimo proprio da Brera.
Di "perplessità" e "preoccupazione" parla Cesare Bottiroli segretario Fp Cgil perché non si capisce quali saranno "le ricadute dal punto di vista organizzativo e di fruizione dei servizi per l'utenza". "Se è la somma di due identiche carenze di personale - ha aggiunto - così di certo non si risolvono ma si raddoppiano. E valorizzare l'eccellenza significa dimenticare pezzi meno importanti? Con che ratio si depaupera il polo museale?".
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