"Nonostante il rammarico per le
modalità con cui si è concluso il mandato e per l'interruzione
improvvisa di un lavoro fatto con serietà, spirito di servizio e
passione, è stato per me di grande importanza il sostegno
ricevuto dal ministro Alessandro Giuli, che mi ha telefonato per
confermare che alla base del provvedimento ci sono ragioni
tecnico-giuridiche, che l'apprezzamento e la fiducia nel mio
operato non è in discussione, che mi considera una 'riserva
della Repubblica delle arti' e che sarà sua cura affinché questa
posizione del Ministero da lui guidato emerga pubblicamente". Lo
dice all'ANSA
Maria Luisa Pacelli, l'ormai ex direttrice della Pinacoteca
nazionale di Bologna.
"È importante precisare - spiega oggi la stessa Pacelli -
che il mancato rinnovo è dovuto a ragioni tecniche, legate alla
Riforma istituzionale in corso, e non a una scelta discrezionale
degli organi dirigenziali o politici: il rinnovo non è stato
possibile in quanto le modifiche intervenute con la
riorganizzazione del ministero della Cultura, avendo accorpato
la direzione regionale musei dell'Emilia-Romagna alla Pinacoteca
nazionale di Bologna, hanno creato un istituto giuridicamente
nuovo rispetto a quello per cui ho concorso".
"Per le medesime ragioni per cui non è stato possibile il
rinnovo, non mi è stata data una proroga. Questo fatto e la
tempistica con cui mi è stata comunicata la notizia, a tre
giorni dalla scadenza, non mi hanno permesso di dare opportuna
comunicazione della fine del mio mandato e dei risultati
raggiunti, né di portare a compimento gli importanti
appuntamenti previsti nel corso dei prossimi due mesi o un
adeguato passaggio di consegne in relazione alle molteplici
progettualità in corso, cosa di cui sono naturalmente
dispiaciuta", prosegue. E in conclusione, "nonostante tutto, non
posso dire che il bilancio di questa esperienza sia negativo. È
stato un onore dirigere la Pinacoteca di Bologna, si è trattato
di un incarico gravoso e sfidante, ma anche per questo la
soddisfazione personale di aver contribuito allo sviluppo di un
istituto tanto significativo per la storia culturale e civile
del nostro paese rimane impagabile".
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