Un'articolata attività di indagine
svolta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
coordinata dalla Procura di Perugia ha portato al sequestro di
numerosi reperti archeologici in perfetta conservazione di età
etrusca, ritenuti di eccezionale valore storico e artistico. Si
tratta in particolare di due sarcofagi con il relativo corredo
funerario di età ellenistica del III secolo a.C. e di otto urne
etrusche provenienti da uno scavo clandestino a Città della
Pieve.
Le urne, tutte integre, sono in travertino bianco umbro, in
parte decorate ad altorilievi con scene di battaglie, di caccia
e con fregi, alcune delle quali conservano pigmenti policromi e
rivestimenti a foglia d'oro, altre con la raffigurazione del
mito di Achille e Troilo. Dei due sarcofagi, uno è al momento
rappresentato dalla sola copertura e l'altro completo dello
scheletro del defunto. Particolarmente ricco il corredo funebre,
composto di suppellettili e vasellame sia fittile che metallico,
tra cui quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l'antica
divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo,
un balsamario contenente ancora tracce organiche del profumo
utilizzato in antichità, un pettine in osso, situle e oinochoe
in bronzo, comunemente utilizzati dalle donne etrusche durante
banchetti e simposi.
L'operazione di recupero di questi reperti, e in particolare
delle urne, considerata dagli esperti uno dei più importanti
recuperi di manufatti etruschi mai realizzato durante un'azione
investigativa, è stata illustrata oggi dal procuratore capo
della Procura di Perugia, Raffaele Cantone, con la sostituta
Annamaria Greco, dal comandante dei Carabinieri Tutela del
Patrimonio Culturale, Francesco Gargaro, con il ministro della
Cultura, Alessandro Giuli, e il capo del Dipartimento per la
Tutela del Patrimonio Culturale del ministero Luigi La Rocca. Le
attività sono state avviate nello scorso mese di aprile, a
seguito di una comunicazione dei Carabinieri del Comando Tutela
Patrimonio Culturale che segnalava un possibile scavo abusivo
nella zona fra Chiusi e Città della Pieve e il ritrovamento di
importanti reperti archeologici etruschi.
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