La Madonna del Baldacchino di
Raffaello Sanzio torna a casa. L'opera, una pala imponente, è
stata in 'tour' da oltre un anno e ora è di nuovo visibile alla
Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze, riposizionata
nella Sala di Saturno insieme agli altri capolavori dell'artista
urbinate. Era andata anno in esposizione nel Duomo di Pescia,
sua 'casa' per quasi un secolo e mezzo tra il '500 e il '600 e,
prima e dopo qiesta permanenza, la pala era stata all'Opificio
delle Pietre Dure per indagini diagnostiche.
La Madonna del Baldacchino (1506-1508) è un olio su tela che
appartiene al periodo fiorentino di Raffaello e dal 1828 il suo
posto è la Galleria Palatina, anno di apertura al pubblico della
galleria stessa. E' fra le opere identitarie del museo nella
reggia granducale, insieme ad altri capolavori di Raffaello come
la Madonna della Seggiola, la Madonna del Granduca e la Visione
di Ezechiele, conservate nello stesso ambiente, che
tradizionalmente viene considerato lo scrigno delle opere del
genio urbinate. Tra gli altri dipinti di Raffaello, custoditi
nella stessa sala, vi sono anche i tre splendidi ritratti di
Francesco Maria della Rovere, di Fedra Inghirami e del Cardinale
Bibbiena.
Grazie alla testimonianza di Giorgio Vasari sappiamo come
Raffaello avesse ricevuto la commissione del dipinto dalla
famiglia Dei, titolare di una cappella nella chiesa di Santo
Spirito. Chiamato a Roma nell'autunno del 1508 da Papa Giulio II
che gli affidò la decorazione dei suoi appartamenti in Vaticano
(oggi noti come le Stanze di Raffaello), l'Urbinate lasciò
incompiuta la pala per i Dei che dunque non raggiunse mai la
chiesa e fu rimpiazzata nel 1522 dalla Sacra Conversazione di
Rosso Fiorentino, anch'essa oggi esposta nella Galleria
Palatina. Dopo la morte di Raffaello (o forse anche prima), la
Madonna del Baldacchino fu acquistata da Baldassarre Turini,
potente segretario di Leone X e datario apostolico, grande amico
di Raffaello di cui fu pure esecutore testamentario,
appartenente a una delle famiglie più in vista di Pescia, che la
destinò alla cappella della sua famiglia nella Cattedrale della
sua città natale. Qui rimase fino al 1697, anno nel quale fu
comprata dal Gran Principe Ferdinando de' Medici, figlio del
granduca Cosimo III ed erede granducale.
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