Arriva a Palermo quel genio di
Pablo Picasso, che intreccia in modo imprescindibile le sue
opere e la sua biografia. Palazzo Reale mette in mostra, fino al
4 maggio 2025, un corpus di 84 opere dell'artista alla continua
ricerca di forme nuove di espressione visiva. "Mi sveglio
neoclassico e mi addormento neocubista", diceva per descrivere
la sua mutevolezza di uomo e di artista.
Le opere in mostra a Palermo ("Celebrating Picasso") sono
dipinti, litografie, linoleografie, acquetinte, acqueforti,
ceramiche, puntesecche nelle tematiche più vicine al pittore. Di
grande interesse, inoltre, fotografie rappresentative della sua
vita intima e lavorativa, realizzate da David Douglas Duncan, il
principale fotografo di Picasso, che nel 1956 ottenne dal
maestro l'accesso al suo studio e ai suoi spazi. Lo foto di
Duncan sono una mostra nella mostra. Ritraggono, tra l'altro,
Picasso come un padre premuroso che gioca con i figli e come un
uomo affettuoso in compagnia della sua ultima moglie Jacqueline.
L'esposizione è organizzata dalla Fondazione Federico II,
presieduta da Gaetano Galvagno, in collaborazione con il
Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster. Prestiti giungono anche
dal Museo Picasso di Antibes, dal Mart (Museo di arte moderna e
contemporanea di Trento e Rovereto), dalla galleria La Nuova
Pesa di Roma, oltre a prestiti di collezioni private. Si è
voluto così celebrare il cinquantesimo anniversario dalla morte
del maestro, l'8 aprile 1973 a Mougins,
"La mostra - ha detto Galvagno - non vuole essere un semplice
omaggio al maestro. Cerca piuttosto di fornire impulsi che
consentano un approccio critico e contemporaneo all'artista e al
suo genio".
L'esposizione è frutto di un progetto a cui Olivier Widmaier
Picasso, nipote dell'artista collegato da Miami, attribuisce una
"visione chiara e ambiziosa". "Non si tratta - sottolinea - di
un approccio generalista, in cui il visitatore rischia di
perdersi ma di un sottile equilibrio delle opere presentate.
Picasso osservava la cultura italiana, che alimentò il suo
periodo neorealista dopo il cubismo e prima del suo stesso
surrealismo".
Il tema della pace, raffigurato nella celebre "Paloma",
ricorre in alcune delle opere esposte a Palermo. Il mito della
colomba come simbolo di pace rappresentò una svolta. Si cominciò
a tracciare, nella produzione di Picasso, nella primavera del
1949 su sollecitazione dell'amico scrittore Louis Aragon alla
ricerca di un simbolo per il Congresso degli intellettuali per
la pace che si sarebbe tenuto a Parigi. La litografia diede
l'avvio a una iconografica "marcia trionfale": Picasso continuò
a produrne copie con diverse varianti. E Paloma divenne anche il
nome della seconda figlia che l'artista ebbe da Françoise Gilot.
Ritratti di bambini, zoo, paesaggi, la corrida sono gli altri
temi presenti nelle opere esposte a Palazzo Reale.
La mostra ospita anche tre video. Uno è il messaggio di
Olivier Widmaier Picasso. L'altro è una video-intervista a
Markus Müller, direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di
Münster, che è anche curatore della mostra. Il terzo è un
video-documento storico con scene originali di Picasso a lavoro,
concesse dalla Mediateca di Bologna. A Palermo è invece venuto,
alla presentazione della mostra, Jean Louis Andral, direttore
del Museo Picasso di Antibes interamente dedicato all'artista
spagnolo.
Il catalogo curato dalla Fondazione Federico II racconta il
processo creativo del pittore. Una fotografia di Michel Sima
ritrae Picasso mentre dipinge "Pescatore seduto con berretto".
La trasformazione del dipinto è indicativa di un metodo: Picasso
rimodellava le opere durante la creazione.
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