La Villa di Papiano
a Lamporecchio (Pistoia), legata alla nobildonna americana Laura
Towne Merrick (Philadelpia 1842 - Firenze 1926), entra a far
parte dell'Associazione nazionale Case della memoria. Immersa
nel verde degli olivi del Montalbano, la residenza è conosciuta
anche come "Villa dell'Americana" ed è sottoposta a tutela della
Sovrintendenza dei beni culturali architettonici di Firenze.
La villa, si spiega in una nota, aperta al pubblico e
visitabile, è rimasta intatta nel tempo con il suo stile
ricercato. Al suo interno vede immutati gli arredamenti, i tanti
cimeli e gli abiti appartenuti a Laura Towne Merrick,
benefattrice e filantropa, la cui memoria si conserva ancora
negli abitanti di Lamporecchio. Fu lei a istituire nei primi
anni del 1900 la Scuola dei merletti, nata con l'obiettivo di
introdurre in Italia un'industria sussidiaria per le donne che
non avevano lavoro costante, che tanto successo ebbe sul
territorio. Ma aiutò anche il paese, dando lavoro ai suoi
abitanti, finanziò il restauro della chiesa di Santo Stefano e
volle la fondazione della "Società di mutuo soccorso per gli
operai".
"La Villa di Papiano rappresenta un vero e proprio gioiello,
per la bellezza della residenza ma anche per la storia di Laura
Towne Merrick, legata a doppio filo alla storia del territorio -
commenta Adriano Rigoli, presidente dell'Associazione nazionale
Case della Memoria -. Una storia peculiare e interessantissima
che gli attuali proprietari tengono viva, curando con passione e
amore la casa e i suoi tanti cimeli conservati intatti nel
tempo".
Il complesso è di epoca rinascimentale, costruito su un
edificio medioevale preesistente, e ha ospitato per alcune
centinaia di anni la famiglia Torrigiani. Nella seconda metà
dell'Ottocento fu acquistata dalla nobildonna americana Laura
Towne Merrick, che si era trasferita in Italia affascinata dalle
sue bellezze naturali e artistiche. Laura si trasferì a
Lamporecchio dopo la conoscenza con Emilio Torrigiani e fece
della villa la sua residenza estiva. Apportò alla struttura una
serie di modifiche come l'aggiunta dei loggiati in stile
neorinascimentale, molto in voga all'epoca, si occupò del
restauro della limonaia e della chiesetta, oggi ancora
consacrata, degli spazi di servizio, delle cantine e del
frantoio. E poi il giardino all'italiana, con siepi simmetriche,
vasche, fontane e fioriere.
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