Tutta colpa di Martin Scorsese: è
stato vedendo gli schizzi realizzati dal regista dei
combattimenti di Toro scatenato, Raging Bull, che Melissa Harris
ha avuto l'idea di un progetto sul linguaggio degli storyboard,
i 'copioni' illustrati realizzati prima che i film vengano
girati.
Fondazione Prada ha accolto l'idea e da questo, dopo due anni
di ricerca, è nata 'A Kind of Language: Storyboards and Other
Renderings for Cinema', mostra in programma fino all'8 settembre
all'Osservatorio della Fondazione Prada, la sede sopra Galleria
Vittorio Emanuele a Milano, dedicata ad esplorare i linguaggi
visivi e le possibili.
Sono oltre 800 gli elementi presenti: storyboard che dagli
anni '20 arrivano al 2024, ma anche video, foto, documentari,
installazioni: si va dalla visione realizzata per Dune da
Alejandro Jodorowsky, che poi non ha mai girato la pellicola, al
Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci, da Interstellar a Train
to Busan di San-ho Yeon, alla scena della doccia di Psycho,
capolavoro di Hitchcocl
Nell'allestimento curato da Andrea Faraguna, dello studio
architettonico Sub di Berlino, ogni storyboard è sistemato su un
tecnografo pensato appositamente per le caratteristiche dei
documenti: le miriadi di foto realizzate da Agnès Varda per il
film del 1961 Salut les Cubains, sono poggiate ad esempio su una
base di cartone, gli schizzi di Incontri ravvicinati del terzo
tipo (Close Encounters of the Third Kind) ha accanto una
minipianola su cui i visitatori possono suonare le prime cinque
indimenticabili note della colonna sonora di John Williams,
mentre lo storyboard di Grand Budapest Hotel è in realtà una
versione animata visibile su un tablet.
Queste versioni disegnate sono servite ai registi a rendere
la loro visione, ma anche, spesso, a risolvere problemi di
inquadrature a chiarire come realizzare tecnicamente le
pellicole: a volte sono disegnate da loro stessi, a volte da
artisti come Pablo Buratti, che ha anche firmato lo 'storyboard'
della mostra, oltre ad aver collaborato con maestri come
Almodóvar, a volte da sconosciuti.
Per dare coerenza alla successione, si è cercato di tenere uniti per temi i lavori, che non riguardano solo il cinema e la tv (in mostra anche opere di Walt Disney, Miyazaki ma anche Mr.
Magoo e Popeye) ma la danza
(con note di coreografia) senza dimenticare le opere di artisti
contemporanei come la videoinstallazione di Carrie Mae Weems
Leave, Leave Now!. Un mare di materiale con tanto altro ancora
da eplorare, come il cinema africano. Abbastanza materiale, ha
spiegato Harris, per un Chapter 2.
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