(ANSA) - VENEZIA - Sul camaleontismo di James Franco c'e' ormai una letteratura fiorente. Quando e' nel cast di un film non sai mai se sarai in grado di riconoscerlo, bravissimo a prescindere. Oggi al Lido alla presentazione ufficiale del suo ultimo film da regista, The Sound and the Fury (L'urlo e la furia) da William Faulkner, si e' presentato 'strano'. Jeans e cappellino nero da baseball in testa, si vedeva chiaramente che nascondeva un cranio rasato. A vederlo bene dietro la nuca aveva un tatuaggio. Nessuno ha osato chiedere il perche' del look.
Due ore dopo il colpo di scena: arriva sul red carpet - gia' bello caldo per la sua annunciata presenza - completamente diverso. Abito nero, forse uno smoking, lo sguardo un po' perso, occhiali a goccia scuri e una pelata lucidissima che metteva in evidenza il gigantesco tatuaggio, una Liz Taylor affianco a Montgomery Clift tali e quali al poster di Un posto al sole. Accanto a lui decine di persone in abiti anni '70. I ragazzini urlavano James James - Franco, ndr, e' un tipo cult che mette d'accordo critici e platea - senza capire bene cosa accadeva.
James Franco in un momento di cinema nel cinema o di cinema verita' ha utilizzato il vero red carpet del Palazzo del cinema per girare da attore e da regista alcune scene del suo nuovo film, ambientato negli anni '70, Zeroville tratto dal romanzo di Steve Erickson. La Biennale del cinema si e' prestata e il direttore della Mostra Alberto Barbera, conosciuto per sapienza cinematografica, serieta' e timidezza, si e' fatto trucco e parrucco, ha indossato uno smoking e un improbabile papillon vintage e sul palco dove domani sera ci sara' la consegna del Leone d'oro ha fatto finta di essere il direttore del 1977 (la Mostra in verita' non si tenne) e consegnare un premio ad un tale Isaac Jerome. La trovata e' stata geniale, la Mostra ha guadagnato sul fronte della cronaca visibilita' mondiale, il pubblico ha vissuto momenti originali e Baratta e Barbera si sono assicurati un film per Venezia 72.
''Scusate per tutto questo - ha detto sul palco James Franco quando e' tornato ad essere James Franco, ritirando il premio Jaeger LeCoultre - il film ve lo faccio vedere qui il prossimo anno''. Il rapporto tra Franco, 36 anni da Palo Alto, e la Mostra del cinema e' solido e frequente, sulla scia di George Clooney che ha disertato quest'anno solo per impegni pre-matrimoniali. ''Vengo qui da quattro anni, e' un posto per me molto importante, e' il luogo in cui sento di poter presentare i film in cui credo veramente'', ha detto. L'attore-regista-scrittore-sceneggiatore e pure modello (il 3 settembre ha presentato a Roma The director il film su Frida Giannini, stilista di Gucci, maison di cui e' testimonial) a The Sound and the Fury crede molto. ''E' il secondo film che faccio da Faulkner, sono i miei libri preferiti, classici americani, li amo da sempre. E' stato scritto 80 anni fa ma e' estremamente contemporaneo e con sentimenti contemporanei'', racconta Franco visto al cinema nella saga Spider-man, in Milk, nel Grande e Potente Oz, in Spring Breakers e in decine di altri film oltre che serie come General Hospital e 3d Rock. ''Recito da quasi 20 anni e dirigo da 10. A scuola di cinema mi sono reso conto che per lavoro avrei recitato in film orrendi, da Oscar o di cassetta e ho conosciuto tutte queste situazioni, ma c'e' un momento in cui ti rendi conto che solo diventando regista puoi fare il film che avresti voluto. E ho aspettato anni che qualcuno mi offrisse di fare L'urlo e la furia alla fine ho capito che mi dovevo dare una scossa io'', spiega. Non e' tanto la storia - il crollo di una famiglia nell'America del Sud gentile - ''quanto la struttura del romanzo che mi affascinava e dunque come e' raccontata e non cosa e' raccontato - aggiunge - e il nostro e' stato un lavoro bellissimo e in comunita' con gli attori. Sono convinto che non servano le star in un film, dentro, come in questo caso, ci vuole il cuore e il talento''.
Ammette l'attore, considerato tra i piu' sexy della sua generazione, di essere un tantino bulimico. ''Sono pieno di interessi, ora faccio da qualche tempo anche l'insegnante - rivela - libero da interessi e pressioni, faccio la regia, la recitazione e tutto il resto non motivato dal denaro ma dal voler fare quello che sento: una vita creativa, ho imparato a vivere cosi' e questo mi rende felice''.(ANSA).