I magnifichi tre moschettieri del cinema italiano a Cannes 2015, Sorrentino con 'YOUTH' (il trailer), Moretti con 'MIA MADRE' (il trailer) e Garrone con 'IL RACCONTO DEI RACCONTI' (il trailer) tornano a casa a mani vuote e con tanto rammarico.
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Il punto dell'inviato ANSA FRANCESCO GALLO
Francia Italia 3 a 0. Vince la Palma d'oro il francese Jacques Audiard con DHEEPAN, film su un guerriero Tamil che cerca ospitalità in Francia con una famiglia falsa, ma vince anche Emmanuelle Bercot (miglior attrice) per MON ROI (ex aequo con Rooney Mara per CAROL) e vince ancora meritatamente Vincent Lindon come miglior attore per LA LOI DU MARCHÈ e all'Italia invece nulla. E questo in un Palmares nel segno della politica.
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Una sconfitta per l'Italia vissuta al Festival di Cannes, come un'ingiustizia, sia per la qualità dei tre film proposti, sia perché parte della stampa internazionale davano vincente MIA MADRE di Nanni Moretti e YOUTH di Sorrentino. Un' 'ingiusta' debacle, uno 'schiaffo', dovuto per molti alla mancanza di un giurato italiano, per altri a una politica cinematografica sbagliata, mentre, per i più saggi, al solo giudizio estetico di una giuria composta dai gusti diversi dei fratelli Coen, Sophie Marceau, Sienna Miller, Rokia Traoré, Jake Gyllenhaal, Rossy de Palma, Guillermo del Toro e Xavier Dolan. Di fatto il premio come il Palmares va a un film politico come DHEEPAN che parla d'immigrazione e banlieue.
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E la politica, l'impegno in questa 68/ma edizione del Festival di Cannes resta un po' il fil rouge del Palmares. Si porta infatti a casa un premio, come miglior attore, Vincent Lindon per LA LOI DU MARCHÉ interpretando un operaio da troppo tempo disoccupato che accetta un lavoro indecente per chi, come lui, ha un'anima rivoluzionaria. Vince poi il film greco THE LOBSTER di Yorgos Lanthimos con la sua surreale metafora delle regole impossibili da vivere nella nostra società da single, come in coppia.
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Sul fronte della pura estetica invece il premio è andato ad ASSASSIN per la migliore regia, ovvero una rivisitazione rivoluzionaria, fatta da un maestro come Hou Hsiao-Hsien, del genere Wuxia. Mentre il premio ex aequo a Rooney Mara per la migliore interpretazione femminile in CAROL di Tod Haynes è un po' una vera beffa. CAROL era dato da tutti per vincente come film. E se si era pensato a un premio di riserva, e del tutto meritato, era quello all'interpretazione di Cate Blanchett vera straordinaria protagonista in questo lavoro che racconta la storia lesbo tra lei e Mara nella moralista New York degli anni Cinquanta.
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