L'idea è geniale proprio come il film di Joe Wright: affidare al volto straordinario di un Peter Dinklage da Oscar il ruolo di Cyrano de Bergerac, ovvero un viso pieno di poesia, spirito e dialettica in un corpo senza troppo appeal. E questo nella straordinaria e in parte rivoluzionaria rilettura musical di CYRANO, già alla Festa di Roma e ora in sala dal 3 marzo con Eagle Pictures, a firma del regista de L'ORA PIÙ BUIA e ORGOGLIO E PREGIUDIZIO.
Di scena uno dei più celebri triangoli amorosi di tutti i tempi, portato per la prima volta a teatro da Edmond Rostand a Parigi nel 1897, che si arricchisce questa volta delle musiche non troppo invasive del gruppo indie-rock americano The National e di una location tutta siciliana: il film è stato infatti girato durante la pandemia, a Noto e sull'Etna.
Prodotto da MGM e Working Title Films, il musical, oltre a Dinklage, ha nel cast Haley Bennett (I MAGNIFICI 7, LE STRADE DEL MALE) nei panni di Roxanne, il grande amore di Cyrano, mentre Kelvin Harrison Jr. è Christian, il bel cadetto di cui si innamora la stessa Roxanne.
"Ho sempre amato il genere drama - racconta il regista -.
"Tutti i miei film si fanno la stessa domanda: 'Come faccio a mettermi in contatto con gli altri e perché mi capita di non riuscirci?'. Ecco, per me il drama è un tentativo di relazionarmi con gli altri e allo stesso tempo un'espressione della difficoltà nel farlo. In quel giorno di giugno del 2020, mentre eravamo in isolamento, ho avuto la sensazione che ciò di cui avevamo più bisogno fosse una semplice connessione umana: Cyrano doveva essere fatto".
"Avevo le idee chiare su come realizzare il film - spiega ancora Wright - . Bisognava creare la nostra 'bolla' sull'isola di Sicilia, girare i primi tre atti in una città barocca del tardo XVII secolo chiamata Noto, e sfruttare ogni angolo di quel posto incredibile".
Dice invece in collegamento remoto da Atlanta (Georgia), Dinklage: "Certo che il personaggio di Cyrano è contemporaneo .
Ha trecento anni e ancora parla di noi, della condizione umana.
Lui, un po' come me, si nasconde dietro tanti sipari, se si pensa solo alla molte lettere inviate a Roxanne sotto falsa identità. Non è molto diverso da quello che capita spesso on line sui social dove non sei mai davvero sicuro di parlare con la persona giusta".
Per quanto riguarda, infine, il Body shaming, Dinklage, diventato famoso per il personaggio di Tyrion Lannister nella serie televisiva Il Trono di Spade che gli è valso quattro Emmy Awards, spiega: "L'importante non è il nostro corpo, ma come vediamo noi stessi. Conta più quello di come ci vedono gli altri. Nessuno in realtà si sente davvero a suo agio nella propria pelle e questo capita anche a chi non avrebbe nessun motivo per dubitare del suo aspetto".
Infine Massimo Cantini Parrini, costume designer fiorentino, con CYRANO si è aggiudicato la sua seconda nomination (dopo quella per Pinocchio di Matteo Garrone) ai prossimi Premi Oscar nella categoria Migliori Costumi.
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