Da Cocteau alle riletture Disney, la fiaba 'La bella e la bestia' di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, continua a ispirare reintrerpretazioni, tra cinema, teatro e tv. Anche un maestro dell'animazione giapponese come Mamoru Hosoda, la utilizza come base nel suo racconto ambientato in un mondo più che contemporaneo tra multiverso, avatar e cyberbullismo, Belle. Il drama/musical/fantasy dopo il debutto al festival di Cannes, dove è stato accolto da 15 minuti di applausi, è diventato il maggior successo al box office giapponese del 2021. Dopo l'anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, in Alice nella città ora arriva in ben 260 sale dal 17 marzo con Anime Factory, etichetta di proprietà di Koch Media, in collaborazione con I Wonder Pictures. Candidato all'Oscar nel 2019 per Mirai, Mamoru Hosoda spiega che in Belle, esplora "il romanticismo, l'azione e la suspense, oltre a qualcosa di più profondo come i temi della vita e della morte. Spero che anche gli spettatori lo trovino molto divertente, perché questa è la mia intenzione". In passato "mi sono occupato del modo in cui le persone sono diventate più connesse che mai, nonché dell'infinito tema della connettività via Internet, che spero consentirà alle nuove generazioni di cambiare in meglio il mondo in modo positivo e divertente. Ma sono anche molto consapevole dei problemi associati a Internet come gli abusi online, l'esclusione sociale e le fake news". Un insieme di componenti, esplorate con pathos, sensibilità e uno sguardo poetico e visionario nel film, che ha per protagonista Suzu, una liceale di 17 anni, solitaria e silenziosa che ha perso la madre da bambina, in una circostanza drammatica. La ragazza che con la mamma condivideva anche la passione per la musica, ne ha riportato un trauma che le impedisce di cantare. Prova a superare quel blocco creandosi, con l'aiuto di un'amica, un avatar, o meglio un As, chiamato Belle, nel mondo di U, il più grande spazio internet della storia, con oltre 5 miliardi di iscritti, dove il proprio alter ego viene costruito su dati biometrici. Belle diventa immediatamente con le sue canzoni, una popstar virtuale, con milioni di ammiratori (e, come prevedibile, anche una buona dose di haters e trolls) che si interrogano su quale possa essere la sua vera identità. Suzu /Belle terrorizzata il suo segreto venga scoperto, inizia a rispecchiarsi e a stringere un legame sempre più profondo con un altro misterioso e ben più cupo 'divo' del mondo di U, 'il Drago' (o la Bestia), avatar potente e ribelle con la testa di lupo, che non si piega alle regole dell'universo virtuale. Un confronto al quale ci si appassiona anche nel mondo reale, scatenato nella ricerca dell'alter ego umano del Drago, Un'identità che come Suzu/Belle nasconde un trauma. Un as, che nasconde, come Belle un altro profondo trauma. "Vorrei che i ragazzi non si sentissero sconfitti dal cyberbullismo e dal trolling e che continuino ad esprimersi e trovare la forza per cambiare se stessi e la società - ha spiegato il regista a Vulture -. Motivo per cui ho inventato il personaggio di Belle. Nel film, Suzu è una ragazza tranquilla che non ha fiducia in se stessa. Ma il suo alter ego online, Belle, è l'esatto opposto e ha un effetto su Suzu nella vita reale: le dà la forza di proteggere le persone nel mondo reale. Quindi voglio mostrare Internet come non un luogo da attaccare ma un luogo per scoprire se stessi e trovare speranza"
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