Presentato al festival Isci di
Istanbul il documentario "L'Urlo" di Michelangelo Severgnini. Al
centro del film la sofferenza dei migranti che vorrebbero andare
in Europa, ma sono rimasti intrappolati in Libia, raccontata con
filmati raccolti da loro stessi nei centri di detenzione. Dalle
testimonianze, emerge un quadro drammatico che il regista ha
descritto all'ANSA come "un sistema di produzione basato su
schiavitù, sfruttamento ed estorsione in contatto con le mafie
dei loro Paesi". La proiezione in Turchia resta finora l'unica
in un festival per un film che al momento non ha trovato spazio
in kermesse europee e italiane. "Questa storia fa saltare per
aria 10 anni di narrazione sulla migrazione in Europa" afferma
Severgnini a proposito del film dove molti migranti ammettono di
essere disposti a tornare nei Paesi dai quali sono fuggiti
piuttosto che continuare ad attendere nei centri di detenzione
libici un viaggio verso l'Italia che forse non arriverà mai.
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