Una mostra in programma dal 16 settembre all'8 gennaio nella Sala dei Cervi del Palazzo dei Pio a Carpi (Modena) racconta il film più audace e visionario di Liliana Cavani, 'Al di là del bene e del male' (1977), dedicato all'esperienza limite vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée e interpretato da Dominique Sanda, Erland Josephson e Robert Powell (nel cast anche Virna Lisi, Philippe Leroy e Umberto Orsini).
Il percorso espositivo è un viaggio nel tunnel della storia, un racconto che partendo dal film - con l'ausilio di materiali di lavorazione, foto di scena, bozzetti, musiche, manifesti, articoli di stampa, installazioni ispirate a scene della pellicola - al film ritorna per restituire l'esperienza di una storia oltre ogni schema diventata grande cinema.
Complesso e spettacolare, il film - intitolato inizialmente,
e sempre nietzschianamente, 'L'eterno ritorno' - è ispirato al
pensiero e all'opera del filosofo tedesco, ritenuta ai tempi
ancora scomoda, e narra dell'esperimento della "trinità":
esperienza deflagrante di una relazione a tre in cui la donna è
al vertice di una geometria intellettuale, psichica e sensuale.
Esperienza anti retorica, appassionata, crudele e rischiosa che
segna i protagonisti, obbligando Fritz e Paul a un ritorno
esiziale alla linea di partenza, mentre Lou ne esce indenne,
aderendo a un'idea di giustizia che esige per se libertà,
autonomia, appagamento di ogni desiderio. Libera da convenzioni,
oltre le categorie epiche di bene e male, la donna, vero
superuomo nietzschiano lascia alle spalle l'Ottocento e i due
uomini amati, entrando con curiosità ed energia nel nuovo
secolo: tempo carico di aspettative (e tragedie) su cui
densamente riverbera il pensiero di Nietzsche.
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