BERLINO - "Era straordinariamente coraggiosa e il suo impegno per Israele era totale. È stato come interpretare Elisabetta I d'Inghilterra, ma non per regalità o altro, ma per suo il totale impegno per Israele. In lei nessuna smania di potere, era invece molto materna e amante della cucina con un'attrezzatura, tra l'altro, molto aggiornata proprio come la mia". Così oggi Helen Mirren, in maglione a collo alto rosa, racconta la sua GOLDA di Guy Nattiv, passata oggi al Festival di Berlino fuori concorso e poi in sala distribuita da 01. Sepolta sotto un ingombrante trucco e con una sempiterna sigaretta in bocca, è appunto la più credibile Golda Meir, ovvero il quarto premier d'Israele e la prima donna a guidare il governo del suo Paese. E ancora la donna che, infine, fu definita "l'unico vero uomo in Israele". Nel film la vediamo nel momento più difficile della sua vita e del suo Paese, ovvero in quei giorni concitati che seguirono quel 6 ottobre 1973 quando le forze armate di Egitto, Siria e Giordania condussero un attacco militare a sorpresa nella penisola del Sinai e nelle alture del Golan. Con i suoi in netta minoranza numerica sul campo e sovrastati a livello militare, Golda Meir deve affrontare la sua sfida più grande: combattere nella guerra che passerà alla storia come quella dello Yom Kippur contro un nemico più forte e tenere testa a governo composto da soli uomini non del tutto amico. Non solo. Per lei un altro fronte, la lotta contro il cancro linfatico che l'avrebbe uccisa cinque anni dopo. E ancora Helen Mirren su Golda: "Aveva la capacità, che tutti i leader in realtà devono avere, di essere misurata emotivamente in una sfera pubblica. Penso che in realtà fosse molto appassionata, ma allo stesso tempo anche molto pratica, enormemente pratica". Per l'attrice poi va anche considerato che Golda Meir si è dovuta far carico di un grosso peso, "la perdita in questa guerra di un'intera generazione. Israele era un paese molto giovane, ma con pochi giovani e tutti quei morti furono un fatto traumatizzante. Lei non si è mai lamentata né ha dato la colpa a qualcun altro nonostante tutti la accusassero". Riguardo all'estrema vicinanza con Henry Kissinger che lei chiama spesso al telefono con un confidenziale Henry, dice l'attrice: "Sì, Golda e Henry Kissinger avevano una stretta amicizia, c'era chimica tra loro e si capivano a un certo livello. Sono sicura che lui la rispettasse enormemente e viceversa". Sottolinea, infine, il regista, nato proprio nel 1973 dentro quella guerra e che ha sempre avuto come icona Golda Meir: "GOLDA era necessario perché sono appunto nato in quel conflitto, chiamato da molti il 'Vietnam di Israele', una guerra a cui anche mio padre partecipò". Nattiv, che con SKIN ha vinto un Oscar per il miglior cortometraggio alla 91/a edizione degli Academy Awards nel maggio 2021 entra per un attimo nella polemica sollevata da chi in Israele ha contestato il fatto che Golda non fosse interpretata da un'attrice israeliana: "Quando ho incontrato Helen, a casa mia, l'ho sentita subito come un membro della famiglia, come una zia. Credo sia una polemica sterile, la Mirren non è ebrea, ma è la più grande attrice esistente".
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