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Edwige Fenech, a Quel gran pezzo dell'Ubalda ora darei 8 e mezzo

Edwige Fenech, a Quel gran pezzo dell'Ubalda ora darei 8 e mezzo

'Li rifarei tutti, la cosa peggiore erano i titoli'

ROMA, 28 aprile 2023, 18:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Certo che li rifarei, grazie a quelle pellicole sono diventata famosa e sono qui oggi". Così Edwige Fenech tornata al cinema con la regia di Pupi Avati nella Quattordicesima domenica del Tempo Ordinario in sala dal 4 maggio, ospite in studio a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1.
    E' vero che la cosa che le dava più fastidio dei film della sua gioventù erano i titoli? "Sì, e il peggiore era Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda tutta calda".
    Oggi ha lo stesso giudizio su quelle pellicole? "Ai tempi non andavo neanche a vederli per via dei titoli. Poi grazie ad una recensione di Walter Veltroni, che scrisse che il mio personaggio nell'Ubalda era alla Truffaut, mi convinsi a vederlo in tv e devo dire che aveva ragione: oggi gli darei un otto e mezzo come voto". Un numero che inevitabilmente evoca Federico Fellini, "che mi chiamava l'Ubaldina - ha spiegato la Fenech -, per il maestro dovevo fare il personaggio di Gradisca, e per due mesi andai a Cinecittà da lui e a pranzo a casa sua".
    Più recentemente ha conosciuto Quentin Tarantino, che ha voluto incontrarla. "Lo incontrai al festival di Venezia e scoprì che era un cultore dei gialli e dei thriller italiani anni Settanta, e gli piacevano molto quelli in cui recitavo".
    Cosa le chiese? "Di recitare con un ruolo importante in un film che produceva e io gli dissi, ok ma vengo solo per un giorno".
    Come mai? "Ero delusa da come si era conclusa la mia carriera da attrice. Invece poi ci sono andata e siamo stati tutti felici. Il film era 'Hostel 2', prodotto da Quentin e diretto da Eli Roth, che ora è diventato un regista famosissimo. Sono felice di averci lavorato e se ora mi chiedesse di fare un film con lui direi subito di sì".
   

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