È un intenso e riuscito affare di famiglia Signs of Love, il dramma sociale di Clarence Fuller. Un racconto che unisce sul grande schermo, per dare volto a Frankie e Patricia, un fratello e una sorella tra dipendenze e scelte sbagliate, Hopper Jack Penn e Dylan Penn, figli di due divi/antidivi come Sean Penn e Robin Wright. A interpretare invece il simbolo di speranza nella storia, Jane, giovane ragazza sorda con un sogno da realizzare, c'è un'altra figlia d'arte altrettanto talentuosa, Zoe Bleu, figlia di Rosanna Arquette (anche lei parte del cast). Il film, che era in programma ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, ha vinto il premio Corbucci, che gli ha garantito l'arrivo in sala, dall'l'11 maggio con Nori Film in collaborazione con Fice, preceduto da una serie di anteprime in varie città italiane.
"La sceneggiatura mi ha colpito subito - spiega il 30enne Hopper Jack Penn a Roma insieme a Zoe Bleu -. Frankie è un personaggio che trovo in alcuni aspetti simile a me. Nel passato anch'io come lui ho fatto alcuni errori, ma poi sono riuscito a cambiare totalmente fase nella mia vita". Questa "è una storia molto importante da raccontare, perché mostra anche come a volte sia necessario lasciare andare chi si ama per permettere all'altra persona di essere chi desidera. Penso che chiunque possa rivedersi in almeno un personaggio o un'emozione di questo film. Tutti combattiamo nella vita, abbiamo dovuto superare il dolore, e a volte convivere o affrontare qualche tipo di dipendenza. Signs of Love racconta tutto questo, ma è presente anche la speranza". Ambientazione della trama è Port Richmond, sobborgo degradato di Philadelphia dove il poco più che 20enne Frankie mantiene la sorella Patricia, alcolizzata, e il brillante nipote 15enne Sean (Cree Kawa). Nessun altro li aiuta visto che la madre di Patricia e Frankie è morta di tumore e il padre è da anni tossicodipendente. Il giovane spacciatore vorrebbe garantire al nipote una vita migliore e la speranza di un nuovo inizio arriva per lui dall'incontro e dall'amore con Jane (Bleu), studentessa sorda, sensibile e generosa, che sta per iniziare gli studi di medicina a Richmond. Tuttavia un presente pericoloso e gli errori del passato invadono la vita dei personaggi. "Il film racconta una realtà che esiste nella quale le persone sono in costante la lotta per la sopravvivenza - spiega Zoe Bleu -. La proposta di Signs of Love mi è arrivata nel pieno di questa pandemia, che ha colpito tutti e che ci ha fatto rivalutare i nostri valori, ricordandoci come la famiglia e l'amore siano le uniche cose che realmente contano. Riflettere questa centralità attraverso il film mi è sembrato importante". Nonostante tutto, "penso che in America a volte sia ancora possibile realizzare i propri sogni anche per chi nasce e vive in realtà disagiate e lo dico pur non considerandomi una patriota - aggiunge -. Non sono le nostre origini, nel bene e nel male, a dettare quello che diventiamo. Hopper ed io, ad esempio, siamo nati e cresciuti in famiglie famose, ma non è ciò che ci definisce come persone, o che ha creato la nostra morale, le nostre passioni, avere o meno il desiderio di diventare persone migliori o cercare di cambiare il mondo in cui viviamo. Un esempio per me è mia madre, che a 15 anni era senza senzatetto. Non si è lasciata abbattere, ha creduto in se stessa, nei suoi sogni e nella sua arte, e si è costruita così la sua vita e carriera".
Anche Penn sottolinea il ruolo della sua famiglia: "I miei genitori sono sempre stati molto aperti e mi hanno supportato in tutti i miei obiettivi, purché non mi danneggiassero. Mi hanno anche incoraggiato a fare dei cambiamenti nella mia vita quando ne avevo bisogno". Lo svantaggio del vivere in una famiglia come la sua "è che non c'è privacy, si hanno costantemente le luci addosso, soprattutto quando succede qualcosa di negativo. È strano crescere e avere su di sé quell'attenzione morbosa. Ho dovuto affrontare i miei conflitti, ma i miei genitori mi sono sempre stati accanto".
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