"Prendo le distanze dalla versione
del film Caligola che sarà proiettata al Festival di Cannes.
Dopo numerose e infruttuose trattative che si sono susseguite
nel corso degli anni, prima con la Penthouse e poi con altre
figure poco chiare, per montare il materiale da me girato e che
era stato rinvenuto negli archivi della Penthouse, è stata
realizzata una versione alla quale non ho preso parte e che sono
convinto non rispecchierà la mia visione artistica". Lo dice
all'ANSA il novantenne Tinto Brass facendo riferimento al suo
film del 1979, scritto da Gore Vidal, che passa nella sezione
Classics del festival in una versione straordinaria della durata
di due ore e cinquantatré minuti. "Come noto - ha continuato il
regista -, il montaggio conferisce al film il mio stile
personalissimo e se non posso montare il mio film non ne
riconosco e non ne ho riconosciuto la paternità. Di Caligola
esistono numerose versioni montate da altri, tra cui quella di
Bob Guccione, ma nessuna corrisponde al mio progetto originario.
Il pubblico di Cannes sarà quindi tratto in inganno dall'uso
arbitrario del mio nome. Per ora non aggiungo altro. Della
questione si stanno occupando i miei avvocati".
Gli fa eco la moglie Caterina Varzi: "Quello che sta
succedendo ultimamente è davvero strano, mi stanno arrivando
delle strane e incomprensibili telefonate dalla Francia di
persone che mi parlano di questa operazione. Non solo mi
arrivano anche e-mail dello stesso tenore. Una cosa che mi ha
fatto pensare che ci sia forse una volontà da parte di questi
sconosciuti di fare così per provocare una reazione da parte di
Tinto che susciti una polemica che crei interesse mediatico
verso questa nuova versione di Caligola che passa in questa 76/a
edizione del Festival di Cannes".
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