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Paola Cortellesi, racconto le donne annullate dagli uomini

Paola Cortellesi, racconto le donne annullate dagli uomini

In C'è ancora domani ci sono le radici del femminicidio

ROMA, 19 ottobre 2023, 19:52

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Niente male questo dramedy bianco e nero con derive musical e animo femminista, opera prima di Paola Cortellesi che lo ha anche scritto insieme a Giulia Calenda e Furio Andreotti. Si tratta di C'è ancora domani, film d'apertura, e in concorso, della 18/ma edizione della Festa di Roma. "Volevo raccontare la vita di quelle donne che nessuno ha mai celebrato, quelle che, come niente, si prendevano uno schiaffo in faccia dal proprio marito e poi come cenerentole tornavano a lavorare", dice la Cortellesi.

"Storie incredibili di nonne e bisnonne che venivano considerate delle nullità, che nessuno ricorda. Certo c'era anche Nilde Jotti a quei tempi, ma quella era un'eccezione, le donne allora non contavano nulla. Un esempio: mia nonna quando parlava diceva cose sensate, ma chiosava poi così, 'ma che capisco io?'". Siamo nella Roma del primissimo dopoguerra, qui Delia (Cortellesi) è una madre di tre figli e moglie di Ivano (Mastandrea), un uomo dal brutto carattere, autoritario, uno che la picchia (per lui è normale). In casa c'è anche il suocero, Ottorino (Giorgio Colangeli) il più maschilista di tutti, capace anche di dare consigli al figlio. Uno su tutti: "Non devi picchiare Delia così spesso, altrimenti si abitua. Devi picchiarla molto più forte, ma raramente così se ne ricorda". E poi c'è l'amica fruttivendola (Emanuela Fanelli) l'unica con cui si confida.

Nel film, ambientato in una Roma dolente degli anni Quaranta e dove la violenza di Ivano verso Delia è come coreografata, da uno schiaffo o un tentativo di strangolamento può partire un romantico balletto. Chiave di volta è una lettera che riceve la donna e che cambierà la sua vita.

"Il doppio registro, tragi-comico, nasce dal fatto che mi sono chiesta quanto potevamo spingerci nella comicità trattando di una violenza domestica. Abbiamo allora preferito farli ballare e che a lei scomparissero i lividi appena subiti. Non mi sono mai piaciute le scene violente iperrealiste che vengono sempre scavalcate da una sorta di vojerismo".

Quanto parla dell'oggi questo film? "Tantissimo - dice la Cortellesi - Abbiamo studiato atti processuali recenti sulla violenza alle donne e le dinamiche sono le stesse di allora. Isolare la donna, svilirla e poi usarle violenza. Insomma è chiaro che abbiamo voluto parlare di cose che sono vive ancora oggi come anche il divario di trattamento economico tra uomo e donna".Perché il bianco e nero? "Fa parte di come immaginiamo le storie del passato che ci raccontavano". Comunque, ci tiene a dire la Cortellesi: "Certi personaggi maschili non sono affatto cambiati, sono gli stessi di allora". Tornerà a fare la regia? "Se è per questo vorrei essere già al terzo film. Certo che voglio rifarlo, è stato bellissimo".

Ha mai pensato ad Anna Magnani nei panni di Delia? "Certo la Magnani è sempre stata nei nostri occhi, ci muovevamo in un mondo, in una Roma, che poteva essere la sua".
Il film prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside,  società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, società del gruppo Sky, sarà in sala dal 26 ottobre distribuito da Vision Distribution in 500 copie.

 

Video 'C'e' ancora domani', debutto alla regia di Paola Cortellesi

 



   

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