Meglio oggi o quarant'anni fa? Per Jerry Calà la risposta è semplice: meglio il 1983, anno di quelle Vacanze di Natale dei Vanzina, ovvero il proto-cinepanettone, che è stato appena commemorato a Cortina e uscirà solo per un giorno, il 30 dicembre, con Nexo Digital. "La gente è stufa del politicamente corretto, non ne può più. I ragazzi che vedono i film degli anni Ottanta mi dicono: voi eravate molto più liberi". Così stamani l'attore regista a Roma per presentare Chi ha rapito Jerry Calà? in sala dal 19 dicembre su tutte le principali piattaforme, CGtv, Prime Video, Apple Tv, iTunes, Google Play e Chili.
E ancora il comico: "Pur restando nella legalità, questi film andrebbero fatti lo stesso. In questo Paese può succedere di tutto, ho avuto mille problemi per aver detto a Che tempo che fa: 'ho ballato con un trans', perché non si può dire".
Il film racconta di una banda di improbabili novelli criminali che decide di rapire Jerry Calà con lo scopo di chiedere un riscatto. Presto scopriranno però che le cose non stanno esattamente come le avevano immaginate. Nel film gli amici del comico Mara Venier e Umberto Smaila e il figlio Johnny, nei panni di loro stessi e, alla fine, anche Massimo Boldi in persona che si dichiara disponibile a pagare il riscatto. Brano ospite del film S'anno arrubbate a Jerry Calà (D.Franzese/C.Maccaro/C.Calà) interpretato da Clementino.
Come è nata l'idea del film? "È stata un'idea di amici comuni e produttori, un'idea folle che ho subito rifiutato. Solo dopo ho cominciato a vedere tutta l'ironia che c'era e ci ho ripensato", spiega Calà. Perché tanta ironia sugli intellettuali? "Rispondo con un esempio. Marco Ferreri mi disse, mentre giravamo nel 1993 Diario di un vizio: vedi, se adesso in questa scena faccio passare un nano, tra dieci anni ci scrivono quattro libri".
Com'è stato girare a Napoli? "È stata un'esperienza meravigliosa, la mia più grande libidine proprio la preparazione di questo film. Ho trovato in questa città attori uno più bravo dell'altro, dal punto di vista dello spettacolo Napoli è come uno stato autonomo".
Come mai gli amici in questo film non si dimostrano tali? "Gli amici, quelli veri, sono quelli che ti porti dall'infanzia, tra i colleghi è difficile trovarne. A fine riprese si dice sempre: poi ci vediamo, ma non accade mai. Dire amicizia tra attori è una parola grossa".
Come si spiega il successo di Vacanze di Natale? "I Vanzina in quell'occasione ebbero il coraggio di riportare la cattiveria nella commedia raccontando un mondo cafonissimo, fecero insomma una sorta di instant movie delle persone che frequentavano Cortina".
Che si aspetta dal futuro? "Mi piacerebbe essere diretto da un regista molto bravo, capace di mettere in evidenza la mia maturità d'attore. Da regista vorrei fare un film in cui non recito anche. È troppo stressante".
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