La funzione dei festival, il ruolo del cinema di un bambino cresciuto in una casa umile ("a cinque anni mi sono nutrito del cinema neorealista italiano), il film su Gesù ancora da fare, crisi di identità ("chi sono io oggi? Un mistero) e soprattutto il suo piatto preferito: la lasagna materna. Così un tonicissimo Martin Scorsese, 81 anni, all'incontro stampa alla Berlinale dove riceve l'Orso d'Oro alla carriera al 74/mo Festival del Cinema. Un premio assegnato da Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian, direttori del festival.
Intanto la lasagna: "È il mio piatto preferito mi piace sempre, ma quella di mia madre è insuperabile". E ancora sui genitori: "Sono cresciuto in una casa con genitori di poca cultura, insomma non c'erano libri e così sono cresciuto con i film stranieri: francesi, italiani e giapponesi. Vedevo Jean Renoir, Renè Claire, Wenders e Kurosawa". Scorsese, il cui ultimo film è Killers of the Flower Moon che corre agli Oscar con dieci candidature, ha una lunga storia con la Berlinale, a cominciare da Toro Scatenato, fuori concorso nel 1981, seguito da Il promontorio della paura, in concorso nel 1992; Gangs of New York, fuori concorso nel 2003. Shine a Light ha aperto poi la Berlinale nel 2008, mentre Shutter Island è stato proiettato Fuori Concorso nel 2010.
Difficile fare un film di trenta secondi? "Nel 1980 ho fatto uno spot per Giorgio Armani con due ragazzi in un bagno. Ora non so se sia andato bene promozionalmente, ma so che è stato più difficile che fare un film lungo. Comunque mi sono divertito". Funzione dei festival e del cinema in generale? "I festival del cinema devono fare attenzione alle nuove voci. Importante è trovare film che potresti tranquillamente vedere anche dopo trenta anni. In questo caso se il film cambia è solo perché tu che sei cambiato ".
Il futuro del cinema? "Non credo stia morendo, penso che si stia trasformando e non è mai stato pensato per essere una cosa sempre uguale. Una volta per andare a vedere un film dovevi andare in sala, una buona o cattiva sala poco importa, ma era un'esperienza comunitaria. Con la tecnologia tutto è cambiato rapidamente e continua a cambiare. Quello che va salvaguardata è sola la voce individuale che si può esprimere anche con un TikTok. Non bisogna comunque aver paura della tecnologia, ma solo controllarla".
Per quanto riguarda il film su Gesù dice: "Sarà provocatorio e divertente. D'altronde il mio interesse per il cattolicesimo e per il sacerdozio risalgono alla mia adolescenza. Ho comunque anche incontrato il Papa un paio di volte, una in occasione del film Silence, e abbiamo parlato di Cristianesimo e fede. Comunque, nonostante questo, non ho ancora le idee chiare di come sarà il mio film su Gesù ".
Scorsese, il regista della violenza istintiva e della colpa fin dentro la religione, è stato preceduto nel ricevere l'Orso d'oro alla carriera da Steven Spielberg, Wim Wenders, Ken Loach, Isabelle Huppert e Helen Mirren. Tra i numerosi premi ricevuti da Martin Scorsese, l'Oscar alla miglior regia nel 2007 per The Departed - Il bene e il male, la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1976 per Taxi Driver, il Leone d'oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia nel 1995, tre BAFTA e quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera, nel 2010).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA