Che La sala professori (The Teachers' Lounge) di Ilker Çatak, totalmente ambientato in una scuola, possa avere il passo del thriller è qualcosa che lo si scopre dopo circa mezz'ora. Eppure al centro di tutto ci sono solo dei piccoli furti perpetrati da ignoti in questo istituto tedesco di scuola media. Studenti? Professori? Nessuno sa chi è il colpevole, ma in realtà ad essere subito accusati sono gli studenti e, va detto, la scuola parte male in quanto a correttezza, a deontologia: vengono infatti perquisiti i ragazzi di una classe e accusato uno di origine turca. Ma Carla Nowak (Leonie Benesch), una giovane promettente e algida insegnante di matematica al suo primo incarico vuole vederci chiaro. Dato che le accuse sono piovute proprio sulla sua classe decide di andare ad indagare personalmente. E lo fa con la videocamera del suo laptop collocato appunto nella sala professori. Dal video raccolto dalla professoressa risulta che la ladra è una segretaria dell'istituto, Friederiche Kuhn (Eva Löbau), una donna che ha il figlio Oskar (Leonard Stettnish) proprio nella classe di Carla. Da qui una situazione esplosiva che non mancherà di sfociare in una tragedia collettiva piena zeppa di colpi di scena, pregiudizi razziali e reazioni a catena. Candidato per la Germania agli Oscar internazionali (ovvero concorrente del nostro Io capitano di Matteo Garrone), il film di Ilker Çatak sarà in sala dal 29 febbraio con Lucky Red. Il regista ha ammesso in una intervista come ci sia una forte componente autobiografica in questa sceneggiatura scritta con Johannes Duncker. "Io ero l'unico ragazzo moro della mia classe in Germania e Johannes è cresciuto a Istanbul ed era l'unico ragazzo tedesco in mezzo ai turchi. Ora se qualcuno ha vissuto un'esperienza simile capirà di cosa parliamo". E ancora il regista: "Avevamo l'idea di creare una sorta di pentola a pressione e abbiamo pensato che una regola doveva essere restare sempre nella scuola e che valevano solo le scene in cui c'era conflitto. Così tutte quelle tranquille sono state cancellate e l'azione si svolge esclusivamente tra quattro mura. Il film racconta così - continua Çatak - una storia che evidenzia alcuni punti deboli del sistema scolastico troppo rigido, dando per scontato che in tutto il mondo si verifichino situazioni simili". E conclude: "Il lavoro dell'insegnante è degenerato. Quando ero bambino, i miei genitori dicevano che se gli insegnanti dicevano una cosa era quella giusta. Oggi invece non vogliono più essere genitori, ma amici dei figli e non sono più autoritari. Così se i ragazzi non ricevono già a casa una certa educazione, non rispetteranno mai un insegnante. Nessuno così vuole oggi intraprendere questa professione e in Germania mancano 25.000 insegnanti, il che è un problema enorme,ma che capisco. Io stesso non farei mai questa professione ".
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