Da Marco Bellocchio a Giuseppe Tornatore, da Margherita Buy a Paolo Sorrentino, da Marco Simon Puccioni a Christian Carmosino, e poi ancora Antonio Albanese, Roberto Andò, Max Bruno, Paola Cortellesi per citarne solo alcuni dei tanti autori e registi di cinema e dell'audiovisivo che hanno firmato l'appello contro la dismissione del cinema Fiamma a Roma.
"Abbiamo appreso attraverso i media e i bandi del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia) della volontà dell'attuale dirigenza della più importante istituzione di formazione e diffusione della cultura cinematografica italiana di voler abbandonare il progetto di ristrutturazione e apertura della sala ex Fiamma sita in via Bissolati a Roma" è scritto nell'appello che fa riferimento al progetto annunciato nel 2022 dall'allora ministro Dario Franceschini con Marta Donzelli, all'epoca presidente del Csc. "Ricordiamo che la Cineteca Nazionale (struttura della Fondazione CSC) è al momento una delle poche cineteche nazionali, se non l'unica tra i paesi più importanti, a non avere una propria sala cinematografica dove poter programmare i film parte del proprio immenso patrimonio, contribuendo alla valorizzazione e diffusione della cultura italiana nel paese e nel mondo. Un paio di anni fa il Consiglio di Amministrazione del CSC aveva deciso di acquistare il Cinema Fiamma per destinarlo ai fini di cui sopra. La notizia è stata da tutti noi salutata con entusiasmo, perché ritenevamo che Roma e l'Italia avessero bisogno di una sala importante, centrale, adattabile agli usi diversi (almeno due sale, bar, sala studio, biblioteca, ecc.) che rispondesse appieno alle doverose ambizioni dell'istituzione come nelle altre capitali d'Europa. Apprendiamo invece che il progetto in oggetto, che prevedeva l'apertura della sala entro la fine del 2024, non solo è bloccato, ma che la sala acquistata a luglio 2022 è - sottolineano i firmatari dell'appello - in vendita come evidente dall'avviso di manifestazione di interesse pubblicato pochi giorni fa. La Cineteca Nazionale, il cinema italiano, la cultura italiana, hanno bisogno di una sala cinematografica che non sia solo esposizione, ma luogo di formazione, incontro, studio e, perché no, celebrazione del nostro cinema e dei nostri autori.
Auspichiamo la creazione di una sala che sia anche un veicolo per la scoperta di nuovi talenti, delle nuove forme di espressione cinematografica e valorizzazione del patrimonio presente oltre che passato".
I tanti firmatari, che parlano di "miopia", chiedono un confronto con la dirigenza del CSC per capire le ragioni alla base di questa scelta e se non ci siano invece i presupposti per andare avanti con il progetto. La settimana scorsa alla presentazione della tre giorni Diaspora degli artisti in guerra - 19, 20, 21 giugno al Centro Sperimentale in via Tuscolana - il neo presidente Sergio Castellitto ha parlato della ricerca di una sala a Roma, non più il cinema Fiamma, in cui realizzare un luogo importante di esposizione e formazione.
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