Anche per Marco Bellocchio, Anouk Aimée, la grande attrice francese scomparsa oggi a 92 anni, è leggenda. "È stata una delle attrici più belle del mondo, aveva occhi carismatici e una voce profonda. Non doveva fare troppi sforzi sul set, aveva una luce che ammaliava" dice all'ANSA il regista che con lei fece un grande film del 1980, Salto nel vuoto con Michel Piccoli, che valse ad entrambi gli attori il premio al festival di Cannes.
Ma resta un leggero rimpianto: "Non troppi anni fa ci vedemmo e lei ironica come sempre mi disse: 'Quando lavoriamo di nuovo insieme? Non c'è mica tanto tempo'. È sempre stata fantastica", racconta ancora Bellocchio. Il regista nel 2021 a Cannes, ritirando la Palma d'oro d'onore, aveva rotto il proverbiale distacco quando in piena standing ovation davanti a Paolo Sorrentino che gli consegnava il premio lo aveva voluto condividere oltre che con i figli proprio con Piccoli e Aimée, segno di un legame particolare con i due interpreti e con Salto nel vuoto, "un film molto sentito, ispirato ad un amore tardivo di una mia stretta parente - prosegue - e che Michel e Anouk riuscirono ad interpretare in questo dramma borghese tra Piacenza e Roma con grande profondità, perdendo per l'occasione l'allure di star parigine".
Anouk Aimée, ricorda ancora l'autore di Bobbio, "era una donna di grande modernità, mi piaceva e piaceva perché ribaltava l'archetipo femminile italiano di una certa epoca, aveva affascinato Federico Fellini in La Dolce Vita e in Otto e mezzo". Bellocchio l'ha conosciuta come una donna "che badava alla propria vita, il cui lavoro non era totalizzante, non come certe attrici che sacrificano la vita al cinema. Sul set poi sentiva molto il regista, se entrava in sintonia, come accadde con me, si faceva guidare, si abbandonava".
Il regista rivela pure "la fissazione che aveva dei capelli sempre in ordine, era motivo di presa in giro sul set di Salto nel vuoto, ma era anche una donna molto ironica e sempre spiritosa". La sua "è stata una carriera immensa con grandi titoli e registi e due film in cima, la Dolce Vita innanzitutto, con quel personaggio bellissimo e disperato in cerca di libertà, e poi Un uomo e una donna, quella storia romantica per cui impazzirono i francesi", conclude Bellocchio che ci tiene a mantenere sempre il lucido distacco dai sentimenti.
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