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Lino Guanciale, 'L'invenzione di noi due' ci riguarda tutti

Lino Guanciale, 'L'invenzione di noi due' ci riguarda tutti

A Taormina il film di Ceron tratto dal libro di Bussola

ROMA, 16 luglio 2024, 20:00

Francesco Gallo

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'invenzione di noi due di Corrado Ceron e tratto dal romanzo omonimo di Matteo Bussola è un film interessante che gode tutti i rischi e tutti i benefici dal fatto di provenire da un libro ingombrante e dunque difficile da gestire.     Passato oggi alla 70/ma edizione del Taormina Film Fest e in sala dal 18 luglio con Be Water Film in collaborazione con Medusa in 180 copie, dice il protagonista Lino Guanciale: "È alla fine un'opera che riguarda tutti perché ci dà l'opportunità di scoprire di come stiamo trattando il nostro amore".     Questa la storia: Milo (Guanciale), sposato con Nadia (Silvia D'Amico) da quindici anni, si accorge che lei non lo desidera più, non lo guarda neppure, non lo ascolta, non condivide quasi più nulla.     Ma Milo, che è molto innamorato, non si arrende e un giorno le scrive fingendosi un altro, dando inizio a una corrispondenza segreta. E succede il miracolo, in quelle lettere, sempre più fitte, entrambi si rivelano come mai prima.     "È un progetto che parte da lontano dai produttori e con una sceneggiatura già scritta, poi ci sono state diverse stesure per rendere il tutto più autoriale - dice il regista -. Abbiano dovuto inventare molto, cercare di raccontare un libro molto concettuale, complesso e pieno di simboli. Cercavamo una Nadia volubile, una donna difficile da trattenere mentre Milo è un architetto più concreto e prevedibile. Difficile poi su tutto riprodurre il senso del realismo, creare dei personaggi molto vicini al pubblico, una cosa che non è stata".     Dice sullo stesso tema Guanciale, ottimo attore teatrale (vincitore del Premio Vittorio Gassman): "È davvero difficile fare battute molto quotidiane. È la sfida piu grande che richiede un grande lavoro. Diceva Elsa Morante: la piu grande frase d'amore è: Hai mangiato?. Poi ho lavorato molto sulla dimensione del tempo che passa, uno degli archi narrativi del romanzo. Con Silvia ci rispecchiavamo uno nell'altra seguendo i cambiamenti del suo personaggio. Il problema era rappresentare davvero la vita quotidiana che, apparentemente, non vive di conflitto bisogna andarli a cercare".     Infine Silvia D'Amico: "Nadia è una scrittrice, un'artista che a un certo punto della sua vita scopre di non avere più soddisfazioni personali e cerca di aderire di nuovo alla sua persona, a chi è davvero".     Nel cast anche: Francesco Montanari, Paolo Rossi, Diego Facciotti, Emanuele Fortunati, Elisabetta De Gasperi e Paolo Braghetto.

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