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La girandola folle di Kill the Jockey di Luis Ortega

La girandola folle di Kill the Jockey di Luis Ortega

In concorso a Venezia il film grottesco del regista argentino

VENEZIA, 29 agosto 2024, 20:10

Francesco Gallo

ANSACheck

Una girandola folle, grottesca, esilarante e danzante con protagonista Remo (Nahuel Pérez Biscayart) un fantino tossico (si fa con la droga dei cavalli), underdog cronico e sposato con la disgrazia.
    Questo lo straordinario protagonista di 'Kill the Jockey' di Luis Ortega, film passato oggi in concorso al Festival di Venezia.
    "Una delle voci più originali del cinema argentino. Grande cast, divertente e folle" così ha presentato il film Alberto Barbera in conferenza stampa.
    E dice il giusto perché il film è davvero divertente quanto intelligente. Di scena una coppia di atleti, Remo e Abril, che deve decidere cosa fare del proprio futuro.
    Da una parte c'è il comportamento autodistruttivo di Remo e dall'altro Abril (Ursula Corbero, la Tokyo de La casa di Carta), una futura fantina incinta di Remo che deve appunto decidere se avere un figlio o continuare la sua carriera.
    Entrambi poi competono per Sirena, un losco uomo d'affari circondato da criminali che in passato ha salvato la vita a Remo, ma quello che succede poi è davvero incredibile e del tutto inaspettato.
    "Lo scontro tra il mondo interiore e quello esteriore è il campo di battaglia su cui si svolge il film - dice il regista 44enne - . Tanto più intenso il mondo interiore del personaggio, quanto più violento lo scontro con l'esterno.
In cerca della salvezza, il fantino cambierà più volte identità, cercando di raggiungere la libertà grazie all'una o all'altra. Ma sono tutte identità tormentate. Per essere liberi dobbiamo uccidere uno per uno tutti i nostri personaggi, anche se poi tutto ricomincia da capo. Ci si sente unici e speciali convinti che la nostra sia l'avventura di un individuo, mentre in realtà è un'avventura collettiva. E finché l'umanità stessa non sarà libera, torneremo sempre in vita per sottoporci a quel processo. Abitati da fantasmi".
E ancora Ortega: "Un giorno ci svegliamo e siamo un uomo. Un altro giorno ci svegliamo e siamo una donna. Un altro giorno, un bambino. In nessun caso abbiamo la minima idea di cosa stia succedendo. Né abbiamo accesso alle forze che si nascondono dietro l'esistenza. Il mondo sembra essere organizzato per impedirci di saperlo. Ma la vera sfida per il nostro protagonista è non impazzire".

   

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