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Pietro Castellitto, 'io Schicchi che sogna il sesso libero'

Pietro Castellitto, 'io Schicchi che sogna il sesso libero'

Steigerwalt,con Diva Futura spero si parli di violenza nel porno

LIDO DI VENEZIA, 04 settembre 2024, 20:19

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'avventura di Riccardo Schicchi e della sua Diva Futura, l'agenzia che ha aperto la strada italiana del porno lanciando dive come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger, ancora oggi icone incredibilmente vive dell'immaginario italiano, è raccontata nel film Diva Futura di Giulia Steigerwalt, in concorso oggi a Venezia 81, tra i cinque titoli italiani. Prodotto da Matteo Rovere di Groenlandia e da PiperFilm con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, sarà distribuito nelle sale da PiperFilm prossimamente. Al centro c'è la storia di un sogno, figlio dell'amore libero degli anni '70, il genio imprenditoriale di Schicchi, una visione nuova che rompeva i tabù di allora sul sesso e intuizioni comunicative geniali che lanciarono attrici porno, ospiti in tv dei programmi di Maurizio Costanzo ed Enzo Biagi, sdoganando il tema della sessualità, aprendo la via ad un porno italiano che il film vuole raccontare molto diverso dai canoni commerciali, violenti e degradanti degli anni successivi. Pietro Castellitto, che interpreta Riccardo Schicchi, dice all'ANSA: "Ho 32 anni, ho conosciuto Schicchi sul viale del tramonto, quando andava in tv sotto il tavolo di Teo Mammucari in quanto marito di Eva Henger, ma le persone che ho incontrato e che lo hanno conosciuto direttamente tendono a tenere in vita il suo ricordo, legato a quegli anni '80 come al periodo più avventuroso della loro vita perché era uno che ti portava verso l'avventura". Una bella sfida per il giovane regista-attore, ma la regista Steigerwalt era proprio lui che voleva: "L'ho desiderato molto e gli sono grata perché era una scelta rischiosa. La sostanza e la maturità che ha portato in scena mi hanno confermato che avevo visto giusto, avevo grandi aspettative e le ha superate". Alle proiezioni si ride, anche perché l'avventura di Schicchi, "così improvvisata, caciarona, cialtrona era associata ad una leggerezza, ad un divertimento ed era ovviamente solo un lato della medaglia". Invita Castellitto "a guardare l'umanità dietro il personaggio pubblico, era importante per me far vedere la fatica di vivere ma anche il sogno: oggi le persone le senti sempre un po' scollate, Schicchi non aveva tradito il suo profondo, quel bambino che con il binocolo spiava la dirimpettaia. Diva Futura è un film su un'epoca incredibile e su un uomo che è riuscito a fare la vita che voleva fare, è qualcosa di poetico e potente". Barbara Ronchi, che interpreta l'assistente di Schicchi, sottolinea: "Diva Futura fa luce su questa famigliona che aveva una leggerezza, una bellezza, un sogno di sessualità libera, c'erano dive famose ma poi nella vita reale avevano tanti problemi di affermazione e dignità come persone e donne. Si racconta un mondo ma anche il vaso di Pandora che ha significato con la degenerazione che c'è stata nel porno e a cui hanno contribuito". Temi estremamente attuali, aggiunge all'ANSA la regista Steigerwalt, al secondo film dopo il premiato Settembre. "La visione di sessualità era priva di pudore, un'intenzione rivoluzionaria per il costume italiano, che poi ha portato a qualcosa di opposto e anche di estremamente violento contro le donne. Non era la visione di Schicchi, ma ha dato origine a quello che è successo dopo e oggi non se parla: la pornografia ha una diffusione di massa, l'età di accesso si è abbassata a 12 anni ed è per la maggior parte violenta contro le donne. Vorrei che questo film aprisse una discussione su questo, mi spaventa l'educazione silente alla sessualità che passa dalla pornografia violenta. Vorrei combattere contro questa narrativa della sessualità che finisce per identificarsi con la violenza. Qualsiasi tema può essere affrontato, quello che fa la differenza è la messa in scena. Spero che il pubblico lo vada a vedere, empatizzi con i personaggi, magari ne parli ma che non ci sia una reazione moralista", conclude Steigerwalt.

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